mercoledì 18 febbraio 2009

Malta


Amico "Fai qualcosa per le vacanze di natale"
Io "Sì, vado a Malta"
Amico "... a Malta?"
Io "Sì perché?"
Amico "Strano, a Malta in inverno... e poi Malta... dov'è?"


Questo era più o meno il tenore dei dialoghi prima della mia trasferta a Malta, un misto tra stupore, ignoranza e compassione, del tipo "chissà che ci sarà da fare a Malta in questa stagione ed, in generale, in tutte le altre stagioni". Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale.
Beh signori miei a Malta da fare ce n'è eccome.
Cominciamo col dire, così fugo ogni dubbio, che geograficamente è collocata novanta kilomentri sotto la Sicilia che guarda in faccia Libia e Tunisia e che quindi, ai primi di Gennaio, c'è un bel clima mite, ne troppo caldo ne troppo freddo, si sta bene mentre in pianura padana si soffrono i morsi del freddo umido che quest'anno c'ha regalato pure un bel po' di neve. Così mentre il Generale Inverno sferzava i miei concittadini, io e la Fede ce ne stavamo tranquilli, coi vestiti leggeri, a scorrazzare per la sconosciuta quanto sorprendente Malta.
Credo che in poche altre parti del mondo esista un misto tale di culture ed influenze, Malta è stata conquistata da tutti, pure da noi italiani che non siamo notoriamente dei colonizzatori e quando abbiamo provato a farlo abbiamo fatto delle figure da cioccolatai.
A Malta, dicevo, sono passati tutti, ma proprio tutti: popoli migranti paleolitici, i fenici, i cartaginesi, i romani, gl'arabi, i normanni, gli svevi, gl'angioini, i turchi, i francesi con Napoleone, gl'inglesi e naturalmente i famosi Cavalieri di Malta che si fermarono nell'isola più per forza che per voglia ed alla fine ci rimasero fino alla loro debacle, quando vendettero l'isola a Napoleone. Le incursioni dei vari popoli si notano negli abitanti locali, tantissimi, l'isola ha, anche in periodo non vacanziero, una densità spaventosa, i cui tratti somatici richiamano molto i siciliani e gl'arabi ma vi si notano anche influenze più centro europee e nella lingua che ha chiari richiami all'italiano, all'arabo ed all'inglese. Unica superstite al risotto di culture è la religione: cristiana cattolica e basta, in proporzione la densità di abitanti è ridicola rispetto alla densità di chiese, madonne ed altarini vari per kilometro quadrato.
Pari alla quantità di culture sono le varie epoche che si possono incontrare gironzolando per l'isola, dai reperti megalitici 2000 ac al tribunale dell'inquisizione del 1500 dc, dalla Domus Romana del primo secolo dc alle catacombe di san Paolo del 400/500 dc, e poi chiese e fortificazioni ovunque.
Insomma per chi come noi piace cazzeggiare con la cultura una vera manna, in più in giro per l'isola si mangia bene (ah dimenticavo... anche qui si mischiano le culture e quella italiana è dominante) e consiglio di mangiare a tutti i costi la Timpala meglio se al "Cuckoo's next" a Rabat dove un vecchio ingobbito vi farà sedere ad un tavolo di formica non troppo pulito, in una sala dove sono appese le sciarpe di squadre di calcio di mezz'europa, e vi farà mangiare la miglior pasta al forno che abbiate mai mangiato (dopo quella della mamma o della nonna.. chiaro). Timpala ricordatelo.
Chiudo facendo le menzioni d'onore sui posti da visitare: Mdina, la vecchia capitale, la grotta azzurra sull'isola di Gozo (trenta minuti di traghetto da Malta), la cattedrale di San Giovanni con la famosa "Decollazione di San Giovanni Battista" di quel genio del Caravaggio; ed una menzione d'onore speciale per il costo della birra Cisk buona e pagata massimo due euro e cinquanta, ne ho subito approfittato.

Malta

martedì 10 febbraio 2009

La civiltà della Morte


Ci ha pensato la signora col saio nero a dare un segnale di civiltà alla nostra società incivile.
Da diciassette anni Eluana Englaro stava sulla porta degl'inferi, nel limbo dantesco dove, si sa, risiedono gli infelici.
Diciassette anni in cui uomini mortali hanno tentato di sbarrare la strada alla morte, alla sua inevitabile venuta. Diciassette anni di ipocrisia, diciassette anni di martirio in nome di quella vita che pare debba combattere la morte ed invece ne è complementare come lo sono il giorno e la notte, lo yin e lo yang.
La morte è arrivata e le ha fatto attravresare l'acheronte con gesto pietoso, una pietà che non conoscono i nostri teatranti politici, i nostri pagliacci mediatici, la nostra opinione pubblica sempre più invasiva, sempre più pericolosa.

Auguro a tutte le persone che sono nella stesse condizioni di Eluana Englaro di poter morire in pace per ritrovare la felicità perduta in vita.