martedì 30 dicembre 2008

Madrid

Era Pasqua quando ce ne siamo andati per una zingarata a Madrid in tre, una Pasqua fredda ma non troppo. Pensavamo, grulli che siamo, che in Spagna avremmo trovato caldo e giornate solari, tutto il contrario. Freddo becco, giornate uggiose, pioggia intermittente ed addirittura neve nei dintorni di Segovia. Il mio abbigliamento non era all'altezza e mi ricordo di aver fatto una figura così anche ad Atene, anni ed anni fa, quando, pensando che Maggio fosse un mese caldo nell'Ellade, ritrovai invece un clima peggiore che nella valle padana, terra di mia residenza dal clima caldo umido d'estate e freddo penetrante d'inverno. La storia non mi ha insegnato nulla e così in Spagna mi son prensetato con vestiti leggeri e nemmeno un giubbotto...

A parte questo devo dire che Madrid è una bella città, ben tenuta e gli autoctoni sono simpatici. Tutto quel che si dice sulle notti spagnole è vero, le inizi e, se sei ben disposto, non sai mai quando le finisci. Noi ce ne siamo accorti ad esempio l'ultima sera quando abbiamo cominciato col vedere la semifinale della coppa dei camp... pardòn, di champions league (Milan vs Man United) e siamo finiti col rientrare in stanza alle 10 del mattino, notare che alle 11 dovevamo lasciare la stanza ed io ho avuto il coraggio di addormentarmi risvegliato a forza di acqua in faccia dai compagni di viaggio. Il durante ve lo evito, vi dico solo che alle quattro del mattino eravamo nell'appartamento di un ecuadorenio pazzo, in un palazzo di dieci piani, con la musica metal a manetta, bevendo come se ce lo avesse ordinato il medico.
Durante il soggiorno abbiamo trovato il tempo per due gite fuori porta a Toledo, bellissima, e Segovia meno bella della prima ma con un pezzo di acquedotto romano enorme e ben conservato che vale la pena di andare a vedere, pare che sia il più grande del mondo.
Da vedere: il Prado, Plata major, il palazzo del re ed in generale merita passeggiare per i vari quartieri della città, poi una gita a Toledo e Segovia non dovreste mancarla.
Magiare: in Spagna mangiare costa meno che in Italia, per un pranzo veloce un bocadillo con pescado, panino con fritto misto, o con il chorizo, la salsiccia, va benone e costa solo 2 euro in pieno centro, buono ed economico anche il museo del Jambon, salumeria che si trova dappertutto a Madrid, dove protete mangiare un semplice panino col prosciutto crudo oppure sedervi e mangiare primo, secondo e contorno con meno di 10 euro. Mi raccomando fatevi una sera a manigiare paella, di pesce, di carne, mista o vegetariana non fatevela mancare.
Per la serata/nottata scegliete un locale a caso e divertitevi e ricordate che, introdotti dai buttadentro, potrete bere un bicchierino gratis di alcolico un pò scadente ma pur sempre alcolico, noi l'ultima sera abbiamo girato un sacco di locali (disco pub più o meno) dove abbiamo bevuto gratis in ognuno.....

Ora le foto

Madrid 2007


Toledo


Segovia

lunedì 29 dicembre 2008

Monaco di Baviera

Capita, a volte, che in partenza per un viaggio mi metta a scorrere le foto dei vecchi viaggi/zingarate intrapresi in questi anni. Mi sono accorto che molte fotografie sono proprio carucce e così ho deciso di postarle piano piano in questi giorni con piccoli commenti su situazioni, luoghi e magari qualche piccolo consiglio per il viaggio.

Comincio con una meta classica, almeno per me, ovvero Monaco di Baviera quasi sempre frequentata, in questi ultimi anni, durante l'Octoberfest (non vi dovrò spiegare di cosa si tratta vero?). In totale, se non mi sbaglio, ci sono stato otto volte grazie alla distanza abbordabile (500 e rotti kilometri dalla mia Cremona) ed al clima particolamente festaiolo che si respira da quelle parti mescolato ad una cucina a base di carne e patate che la rende la città bavarese a me particolamente gradita.

Imperdibile in città una serata alla birreria HB, a due passi da Marienplatz, con la bandina che suona ed i litri di birra che viaggiano per la sala enorme del primo piano, chi c'è stato qualche anno fa sa che ora non è più la stessa cosa ma vale sempre la pena di una baraccata. Per la miglior cucina tipica bavarese in pieno centro la sosta obbligata è da Augustiner . Come albergo, il miglior rapporto qualità/prezzo/posizione è l'Isartoor Hotel a due passi dal centro, si arriva in Marienplatz a piedi in dieci minuti, prezzi modici e colazione abbondante, che volete di più?

Da vedere tutto il centro città, l'Alte e la Neue Pinakothek e l'Englischen Garten (d'estate è d'obbligo).

Ed ora un pò di foto

Oktoberfest 2004


Nelle foto della trasferta del 2006 trovate anche qualche immagine a Norimberga città che dista solo un paio d'ore d'auto da Monaco di Baviera e merita assolutamente una gita. Il centro, completamente ricostruito in stile dopo la seconda guerra mondiale, è dicisamente affascinante. Vicino a Monaco segnalo anche Landshut, commenti e foto li trovate qui.

Monaco 2006



Ocktoberfest 2007


Se avessi potuto fotografare altre edizioni della trasferta oltralpe....

venerdì 26 dicembre 2008

lunedì 15 dicembre 2008

Stupidità e democrazia


L'altro giorno un amico mi ha mandato il video che vedete qui sopra con una parola sola nel testo della sua: riflettete. Niente di più giusto ma non avevo in mente di metterla sul blog, in fondo lo legge non molta gente (il mio blog) ed al filmato parla già da solo ed è on line su youtube (che c'ha un po' più di visite del mio). Poi però ho letto questo articolo ed ho correlato le due cose.
Volete liberare Sandokan o Saviano e la folla: Sandokan

Ora sebbene reputi Gesù "solo" una personaggio storico e non Dio sceso in terra non ho comunque l'intenzione di paragonarne Saviano al sopraccitato, però non posso non notare come l'uomo (e nello specifico l'uomo italiano), pur evolvendosi nel corso dei secoli, riesce sempre a dimostrare una stupidità fuori dal comune. Questa idiozia è un qualche cosa che deve risiedere, secondo me, nel DNA, che non è possibile togliere, estirpare. Dovremmo automodificarci geneticamente per cancellarla definitivamente.
Ma penso anche, però, che solo un genetista pazzo cercherebbe di cancellare la stupidità dal nostro animo, trovandosi così accerchiato da persone assennate impossibili da imbonire, raggirare, circuire, comandare, sfruttare etc etc.
Quindi?
Quindi niente, è così, ed ho paura che sarà sempre così, ed ora vado a farmi un bel bidè alla faccia dei francesi (e perchè no, anche degli inglesi e dei tedeschi).

venerdì 12 dicembre 2008

Caro Bondi ti scrivo

Spettabile Ministro dell "Cultura" Sandro Bondi, anche detto il poeta, Le scrivo in relazione al "convegno" svoltosi al Palazzo del Casino' di Venezia il 28 Agosto scorso, organizzato dal Direttore Generale del Ministero da Lei presieduto, Gaetano Blandini, avente come tema la lotta alla pirateria e la tutela dell'industria culturale italiana. Prima di tutto mi complimento per il luogo scelto, non si sarebbe potuto scegliere luogo migliore per difendere i diritti inalenabili della cultura, ed in secondo luogo mi preme appludire ai pieni risultati ottenuti da tale evento, non è infatti di tutti i giorni organizzare un raduno di cariatidi che in una giornata di lavori riescono a partorire questo risultato: organizzare un'altra riunione dal quale dovrebbero emergere le strategie per combattere il fenomeno che tanto preoccupa i detentori del diritto d'autore e la filiera che su ciò ha investito soldi creando le proprie attività commerciali. Indire una riunione tramite la quale indire un'altra riunione è un opera d'arte degna del suo Ministero, un gioco di specchi che può rimandare all'infinito, ed a lei poco importa in quanto il tempo non è dell'arte e quindi giustamente se ne frega.
Ora però, mi perdonerà la materialità, siamo a chiederle che fine a fatto il tanto agoniato tavolo rotondo attorno al quale avrebbero dovuto sedersi coloro che hanno interessi nel mercato dei diritti d'autore, preoccupati quanto non mai della diffusione della cultura senza lucro, vorremo capire se quali contenuti possiamo scambiarci senza che una divisa si presenti alla porta mostrandoci il conto, vorremmo capire quale prezzo avete dato alle opere di artisti scomparsi ed a quali dei loro parenti serpenti dobbiamo pagare il pizzo. Ve lo chiediamo senza rancore, senza ironia sicuri oramai del fatto che la vostra mentalità ha i giorni contati, che il vostro "arraffare il più possibile prima che sia tardi" è solo il tramonto del medioevo mediatico.
Caro Bondi ci dica il conto che dovremo pagare in questi anni, lo paghiamo volentieri ad una povera persona come lei, il futuro la cancellerà irrimediabilmente e di lei resterà solo un buffo ricordo.

martedì 9 dicembre 2008

Mi sto staccando

Oramai è quasi un anno che vivo cercando di spostarmi dal solco che stavo seguendo. Il solco che tutti intorno a me seguono. La vita di plastica, preconfezionata, in una parola normale. Normale come alzarsi la mattina, normale come andare al lavoro, normale come fare la spesa, normale come il cenare e guardare la televisione.
E' quasi un anno che ho dichiarato guerra alla tivvù, il guardarla è l'ultimo atto normale di una giornata normale. Quello che te la fa digerire. Oramai sono quasi disintossicato, sono diventato idrorepellente alla melma televisiva. Non la guardo, non ci penso, non guardo telegiornali, telefilm, quiz, talshow, rubriche sportive o altro. A volte a malapena so com'è messa la Serie A di calcio che, dico, se vivi in Italia non ti è quasi permesso di non saperlo. Ed è una goduria.
Ho scoperto una marea di tempo libero per leggere, ascoltare musica, vedere amici, incontrare persone, andarmene ad un concerto, a teatro o semplicemente a zonzo in cerca di una scusa per una ciucca. Cazzo questa sì che è vita. E più mi infilo in essa più scema l'interesse per il lato normale della vita, per la difesa di esso, cosa oramai fanno tutti così impegnati a difendere con i denti scoperti il loro status/orticello per tanto piccolo che sia.
Quanto limita l'orizzonte guardare la tv, sembra di vedere tutto ed invece non si vede nulla, barcolliamo in tondo inseguendo ombre di immagini senza capire la nostra cecità.
Si sta bene senza guardare la tv, torna la vista e, come diceva il buon vecchi Vasco, capisci quante cose sono solo "fesserie"...

sabato 8 novembre 2008

venerdì 7 novembre 2008

Io voglio


Forse è ora che gli Italiani incomincino a dire ciò che vogliono per il loro paese oltre a quello che non vogliono, come fanno nella stragrande maggioranza dei casi.

Ebbene, ecco quello che io voglio:

Il fondamento: voglio uno stato dove salute ed istruzione siano alla prima voce della spesa pubblica, uno stato che tuteli i lavoratori, sotto tutti i punti di vista, dato che, come dice la costituzione all'articolo 1, sono la base della Repubblica e con lavoratori intendo tanto i dipendenti quanto quelli in proprio, gli operai ed i colletti bianchi, i muratori e gli operatori dei call center, gli artigiani ed i promotori finanziari/assicurativi.

Economia: voglio uno Stato che tagli i fondi alle miriadi di associazioni inutili sparse per l'Italia, che tagli i fondi ai quotidiani, che tagli i fondi per le spese inutili del parlamento (auto blu, aerei, palazzi, lacchè, etc etc), che tagli i fondi alle associazioni dei consumatori (si devono autofinanaziare per avere senso), che tagli i fondi ai sindacati (si devono autofinanziare per avere senso), che venda a fondazioni il patrimonio italiano inutilizzato (case, palazzi, terreni in disuso in tutta Italia).

Politica energetica: voglio uno stato che tuteli i mercati di acqua, luce, gas. Voglio uno stato che attui piani strategici per il reperimento di energie alternative e che imposti una politica di riduzione netta dei consumi (iniziando col multare quei comuni che hanno già acceso le luminarie di Natale).

Politica dei trasporti: voglio uno stato che studi un piano ragionato dei trasporti, dividendo le aree del paese, studiando in loco le soluzioni e potenziando vie alternative (es. per andare da venezia a torino sostenere e potenziare il passaggio Brescia-Piacenza-Torino in modo da decongestionare il traffico di Milano) in quanto non è possibile che in aree economicamente strategiche merci e persone restino ferme in coda per ore, questo si traduce in scarsa, scarsissima produttività.

Politica sull'istruzione: garantita a tutti fino alla maturità. Abolizione del voto ed investimenti sulla qualità degli insegnanti (corsi di aggiornamento ed esami annuali). Il Preside deve ottenere più poteri in luogo di una maggiore responsabilità sulla qualità dell'insegnamento del suo corpo docente. L'obiettivo deve essere insegnare non giudicare. Abolizione dell'esame di maturità, inserimento di esami annuali o semestrali da effettuarsi all'esterno della scuola i risultati dei quali serviranno agli insegnanti per valutare il livello di apprendimento dei propri alunni.

Politica sociale: casa, lavoro ed assistenza agli anziani. Questo deve essere garantito a tutti subito (non è possibile che l'ultima politica sociale l'abbia fatta Mussolini).

Politica dei rifiuti: potenziamento della raccolta differenziata, introduzione della politica del riutilizzo, sgravi fiscali per le aziende che riducono la produzione di rifiuti (es: le ditte di detersivo saranno incentivate se propongono prodotti ricaricabili; supermercati che eliminano il banco frigo con plastica e polistirolo ed utilizzano solo la vendita del fresco). Campania: vanno cacciati i vari bassolini, va bonificata e va introdotta una politica dei rifiuti come sopra(camorra permettendo).

Politica delle telecomunicazioni: voglio uno stato che separi al rete dagli operatori che rivendono il servizio. La nuova rete in fibra su tutta Italia voglio che sia pensata dallo stato e costruita da società private, divise per distretti (prefissi e sottoprefissi)quindi moltissime, che verranno pagate acquisendo la proprietà della rete stessa in base ai lavori effettuati.

Politica sulla giustizia: voglio uno stato che pensi ad una riforma della giustizia per ottenere processi civili più rapidi, per ottenere sentenza chiare, che faccia scontare a tutti la pena prevista (assassini, stupratori, bancarottieri, truffatori, mafiosi, spacciatori, faccendieri e tutti i loro mandanti) senza mai perdere di vista la cognizione.

Politica sulla politica: eliminare il dualismo crescente, riportare il pluralismo. Cancellare la legge porcata. Cancellare la legge attuale del conflitto di interessi, imporre uno spazio politico uguale per tutti (da forza italia ai verdi, dal pd ad alternativa sociale) solo su reti statali da 6 mesi prima del voto sino al voto stesso. Divieto assoluto sulle altre televisioni o radio in quanto le poche emittenti nazionali non permettono una campagna equa. Libertà assoluta su internet dove tutti possono dire la loro, libertà vigilata sui giornali (controllo che gli spazi messi a disposizione con pubblicità ed articoli non superino certe percentuali stabilite in base alle preferenza della precedente votazione). Cancellare le leggi protezioniste nei confronti dei membri del governo o del parlamento.

Politica sull'immigrazione: aiutare, con ogni mezzo, l'inserimento di coloro che sono in Italia, stroncare il business dell'immigrazione (sgretolare le associazioni criminali che li traghettano, che gli danno una casa/baracca, che gli danno da lavorare in nero nella raccolta dei pomodori o nella vendita degli accendini/cd per due lire, che li sfruttano per la prostituzione o lo spaccio di droga).

Politica sulla droga: valutare gli effetti fisici delle sostanza psicoattive (dalla marijuana all'alcol, dalla cocaina agl'acidi) ed impostare le pene sulla base di ciò. Colpire lo spaccio e non il consumo. Depenalizzare l'utilizzo di sostanze che non hanno effetti fisici dannosi.

Politica estera: voglio uno stato che stringa alleanze con paesi virtuosi (Olanda, Danimarca, Svezia), che rifiuti la guerra per qualsiasi motivo, che si renda partecipe di iniziative quali l'abolizione della pena di morte, il sussidio non sussidio al terzo mondo (ovvero non dare soldi in cambio dì... che crea solo più danni), l'esportazione culturale dei diritti civili.

Ecco ciò che voglio per l'Italia. Tutti dovrebbero scrivere e diffondere la loro idea, sarebbe un paese migliore.

"Siate voi il cambiamento che volete nel mondo" Gandhi

sabato 1 novembre 2008

venerdì 31 ottobre 2008

Il Senatore Francesco Cossiga va processato per le morti di Giorgiana Masi e Pierfrancesco Lorusso

Il 23 Ottobre 2008, lo sanno anche i muri in Italia, il senatore a vita Francesco Cossiga ha rilasciato un'intervista al Giorno/Resto della Nazione in cui dichiarava, tra le altre cose, in relazione all'attuale protesta studentesca:
«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».

ovvero
«Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».

e non pago concludeva
«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».
Nel senso che...
«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale.(...)»


Basterebbero queste parole, in un paese civile, per mandare a casa il senatore a vita Francesco Cossiga, Presidente della Repubblica Italiana dal 1985 al 1992 quando si dimise (il 28 Aprile, precisamente) due mesi prima della scadenza naturale del mandato. Dovrebbero bastare per mandarlo all'ospizio con la sua bella copertina e la sedia a dondolo aggiungendoci pure, nel caso ce fosse bisogno, che le sue, scellerate, parole, fuoriuscite dalla sua bocca senza che nessuno ne sentisse il bisogno, sono state un funesto presagio agli scontri di piazza di ieri che hanno così distolto l'attenzione dell'opinione pubblica sul senso vero della manifestazione, proprio come auspicava lui (toh!).
Ma questo è ancora poco rispetto a ciò che ha involontariamente ammesso in relazione agli episodi del 1977 quando un giovine Kossiga guidava le forze dell'ordine, in quanto Ministro degli interni, durante le manifestazioni studentesche. Sono gravissime le sue ammissioni se pensiamo che in quei giorni in cui, per sua stessa, palese ed inequivocabile ammissione lui stesso ha infiltrato agenti provocatori allo scopo di reprime nel sangue le proteste forte di un consenso popolare pecorone.
La gravità di ciò che afferma si misura nelle morti di quei giorni sciagurati, che lui sostiene essere base della democrazia: la morte di Pierfrancesco Lorusso (qui a destra), durante gli scontri di piazza e la morte di Giorgiana Masi (qui in basso a sinistra), colpita da un proiettile come la sua amica Elena Ascione, solo ferita a una gamba, ed il carabiniere Francesco Ruggero, solo ferito ad una mano.
Nel 1998 il senatore Cossiga incomincio già a rivelare qualcosa, arrivando a confermare che
"quel giorno ci possa essere stato un atto di strategia della tensione, un omicidio deliberato per far precipitare una situazione e determinare una soluzione involutiva dell'ordine democratico, quasi un tentativo di anticipare un risultato al quale per via completamente diversa si arrivò nel 1992-1993"
salvo poi dichiarare, dieci anni dopo, che quella strategia della tensione era opera sua, bullandosene ed oltretutto suggerendola a Berlusconi, al quale personalmente, visto il G8 ed i pestaggi dei pacifisti invece che dei devastatori, non va insegnato nulla.
Il caro, si fa per dire, Cossiga Francesco andrebbe processato in quanto responsabile primo, per sua stessa ammissione, delle morti sopraccitate ed interdetto da qualsiasi carica pubblica della Repubblica Democratica Italiana, se vogliamo ancora chiamarla così.
Niente carcere, ma un bell'ospizio privato (tanto di soldi ce ne ha e visto che ammicca al Berlusconi sarà sicuramente dalla parte dei tagli alla sanità) dal quale non dovrà uscire se non in orizzontale passando prima coi piedi e poi con la testa.

giovedì 30 ottobre 2008

Maradona


Quando vedo Diego mi viene sempre la lacrimuccia, cosa darei per rivederlo a quei livelli!
Che l'Argentina giochi come te!

mercoledì 22 ottobre 2008

Il secondo animale più "pericoloso" del mondo: l'asino

Il primo era il canguro, il secondo è sicuramente l'asino.

Il commento è in cremonese, a voi il video.

venerdì 17 ottobre 2008

Filippo Facci, un povero cretino

A seguito della condanna di primo grado inflitta a Marco Travaglio (ognuno pensi quel che gli pare) Filippo Facci (che potete ammirare qui alla vostra destra), uno che si spaccia per giornalista e che scrive per Berlusconi dalle pagine del Giornale, si è scatenato, si vede che non vedeva l'ora, pubblicando un articolo la cui povera idiozia sprizza da ogni parola, da ogni frase, da ogni periodo. Analizziamo le parole del povero Facci il quale, a differenza di altri, non si limita a riportare notizie ma vi costruisce sopra castelletti di sabbia che rimangono in piedi solo perché vengono pubblicati.
L'articolo inizia così:
Il presunto collega Marco Travaglio è stato condannato a 8 mesi di prigione e 100 euro di multa perché diffamò Cesare Previti, al quale andrà anche un risarcimento di 20mila euro che sarà probabilmente sborsato dall’Espresso. Il settimanale, infatti, il 3 ottobre 2002 ospitò un articolo diffamatorio sicché la direttrice Daniela Hamaui, a ruota, è stata condannata a 5 mesi e 75 euro che è una pena piuttosto elevata, se rapportata al di lei cosiddetto «omesso controllo». Ma siamo solo al primo grado, e la pena in ogni caso è stata sospesa per entrambi.

Fin qui è solo sarcastico, apostrofa subito Travaglio come un "presunto collega" ma non si capisce se lui si sente un vero giornalista e quindi reputa Travaglio non tale o se lui si sente qualcos'altro, magari un semplice portavoce, e quindi.... Poi continua:
La diffamazione è il reato a mezzo stampa per eccellenza, spesso fisiologico a chi scrive di cose giudiziarie: nel caso di Travaglio, tuttavia, la condanna lo trasforma in un classico bersaglio del suo stesso metodo.

ed incomincia già ad essere confuso, prima dice che gli argomenti di Travglio possono portare facilmente ad una denuncia per diffamazione (vero il 72% delle denuncie per diffamazione sono contro le testate giornalistiche), ma poi lo trafigge dicendogli che sono cazzi suoi, in pratica nel suo caso se l'è meritata (come se un ladro si meritasse la condanna solo perchè non ha a cuore i truffatori) ma va ulteriormente in confusione quando si spinge oltre e snocciola tutta una serie di dati senza senso
Il reato è del 2002, ma giudicato nel 2008, dunque è presumibile che andrà in prescrizione prima del giudicato; il reato, inoltre, ricade tra quelli coperti dall’indulto approvato nel 2006; il reato, infine, stando al suo gergo da film con Thomas Milian, trasforma Travaglio in un «pregiudicato» poiché in precedenza era stato condannato sì come diffamatore, ma solo in sede civile. Condannato, oltretutto, sempre per azione di Previti: nel 2000, per un suo articolo pubblicato sull’Indipendente nel 1995, il tribunale l’aveva già condannato al pagamento di 79 milioni che gli furono progressivamente decurtati dal reddito mensile.

... ma questo qui non ce l'ha il correttore di bozze? Posto che "pregiudicato" non è un termine da film di Thomas Milian ma giuridico, ma come si fa ad architettare un periodo così goffo, contraddittorio e sconclusionato. Non si capisce se Travaglio è stato condannato in questi giorni o tempo fa o mai parla infatti di "giudicato nel 2008" poi due parole avanti di "prescrizione prima del giudicato". Per fortuna noi lo sappiamo, Travaglio è stato condannato in primo grado per diffamazione e questo è il fatto, se verrà condannato anche in appello prima del 2010 (devono passare 7 anni e mezzo per la prescrizione del reato di diffamazione) la condanna sarà definitiva e passerà in giudicato (rimane solo la cassazione, per la quale non vale la prescrizione).
Ma Filippo il minus non pago continua e va avanti con le cifre:
Nel febbraio scorso, poi, nella sua Torino, Travaglio è stato condannato a risarcire Mediaset e Fedele Confalonieri per alcune ingiurie pubblicate sull’Unità del 16 luglio 2006; la notizia di questa condanna registrò tra l’altro un curioso episodio: un collaboratore dell’Espresso, Daniele Mastellarini, scrisse sul suo blog che «Travaglio, che è sempre molto preciso sulle condanne altrui, scrive che “dovrò pagare 10mila euro più le spese al dottor Fedele Confalonieri”, mentre in realtà sono 12.000 e dimentica la pubblicazione dell’estratto sul Corriere della Sera, che ha un costo non indifferente. Travaglio non riporta anche la condanna a risarcire Mediaset per 14.000 euro, e soprattutto non dice che davanti al giudice ha definito la propria rubrica “di carattere satirico”». Questo scrisse Mastellarini prima che il suo rapporto con l’Espresso, senza nessuna spiegazione, avesse a interrompersi. Altre querele, come una di Antonio Socci, Travaglio le ha scansate chiedendo pubblicamente scusa.

Filippo va bene, abbiamo capito, Travaglio viene spesso condannato perché dice cose che non stanno bene a Previti, a Dell'Utri ed al tuo padrone Silvio Berlusconi. Però se dici che "davanti al giudice ha definito la propria rubrica “di carattere satirico”»"... vuol dire che i processi sono stati celebrati e non si è fatto di tutto per evitarli, e lui si è presentato senza dare della toga blu a nessuno, senza scappare, senza proclami, senza fare la vittima, ha cercato di difendersi con le armi che la legge gli consente ed ha pagato fino in fondo le sue condanne, che, come dici tu, trattano solo di reati di diffamazione (qualcuno potrebbe anche dire di opinione) e non di mafia, corruzione, concussione, bancarotta, tangenti etc etc etc. Ma continuiamo nell'analisi dello scritto di Facci:
Ma torniamo a ciò che in una botta sola trasformerebbe Travaglio in pregiudicato o prescritto o indultato. L’articolo del 2002 era sottotitolato così: «Patto scellerato tra mafia e Forza Italia. Un uomo d’onore parla a un colonnello dei rapporti di Cosa Nostra e politica. E viene ucciso prima di pentirsi». E già qui il cosiddetto «sottinteso sapiente» pare chiaro. Lo sviluppo, poi, è ignobile: classico copia & incolla a tesi dove un pentito mafioso spiega che Forza Italia fu regista di varie stragi e fece un patto elettorale con Cosa Nostra.
Ecco! Giusto! Bravo! Torniamoci, caro Facci (ma perché prima parlava d'altro?) sul fatto che Travaglio potrebbe diventare un pregiudicato, ma perché usa il condizionale (trasformerebbe) adesso .... sembrava così sicuro qualche riga più su.... "trasforma Travaglio in un pregiudicato" scriveva... mah. Poi continua e prima si rende ridicolo denominando "sottinteso sapiente" la frase "...e viene ucciso prima di pentirsi", peccato che non c'è niente di sottinteso in una persona ammazzata, poi inciampa nell'italiano "classico copia & incolla a tesi dove un pentito mafioso spiega che Forza Italia fu regista di varie stragi"... mi spiace Facci ma questa frase merita la sottolineatura BLU. Ma Facci non si ferma ed in preda a se stesso dichiara:
Il pezzo di Travaglio farebbe schifo già così, ma la sua disonestà intellettuale deve ancora dare il meglio. Vediamo. Il pentito del caso, Luigi Ilardo, raccontò queste cose che finirono in un rapporto redatto nel 1993. Ma Ilardo venne freddato da due killer nel 1996, talché «quello che avrebbe potuto diventare un altro Buscetta non parlerà più. Una fuga di notizie, quasi certamente di provenienza “istituzionale”, ha avvertito Cosa Nostra del pericolo incombente». Chi ha raccolto le confidenze del pentito, si legge, è il colonnello dei carabinieri Michele Riccio, in seguito coinvolto in un processo su presunti blitz antidroga pilotati. Riccio, nel 2001, viene convocato nello studio del suo avvocato Carlo Taormina assieme a Marcello Dell’Utri e al tenente Carmelo Canale, entrambi imputati per concorso esterno in associazione mafiosa. Taormina negherà, ma secondo Riccio in quello studio si predisposero cose losche: aggiustare deposizioni, scagionare Dell’Utri, cose del genere. Poi l’infamia. Travaglio cita un verbale reso da Riccio, sempre nel 2001: «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti». E praticamente finisce l’articolo: l’ombra di Previti si allunga dunque su traffici giudiziari, patti con Cosa Nostra, regie superiori e occulte.
Insomma Facci ma chi sono i buoni ed i cattivi? Qui abbiamo una persona, Ilardo, che pare che stia per pentirsi e con un "sottinteso sapiente" viene ammazzato in quanto la mafia, tramite vie istituzionali, lo viene a sapere... da chi? Ma da tale colonnello Riccio "in seguito coinvolto in un processo su presunti blitz antidroga pilotati....convocato nello studio del suo (!!!) avvocato Carlo Taormina assieme a Marcello Dell’Utri e al tenente Carmelo Canale, entrambi imputati per concorso esterno in associazione mafiosa.". Facci, Facci... ma mi faccia il piacere: ma dove sta l'infamia, la disonesta intellettuale, lo schifo? Nel fatto che Riccio parla con Taormina suo Avvocato, ripeto suo Avvocato, e Ilardi muore? Nel fatto che Taormina, dell'Utri e Previti si incontrino e siano tutti legati tanto a Forza Italia quanto ad ambienti mafiosi? Ah già, mi scusi, lo spiega subito dopo:
Il dettaglio, l’infamia, è che Travaglio non mette il seguito della frase. Eccola per intero: «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti. Il Previti però era convenuto per altri motivi, legati alla comune attività politica con il Taormina, e non era presente al momento dei discorsi inerenti la posizione giudiziaria di Dell’Utri». Questo è il presunto collega che questa sera arringherà le folle ad Annozero. Questo è Travaglio.

Facci sei proprio un cretino, cosa cambia del succo dell'articolo? Il titolo era, giusto per rammentarlo: «Patto scellerato tra mafia e Forza Italia. Un uomo d’onore parla a un colonnello dei rapporti di Cosa Nostra e politica. E viene ucciso prima di pentirsi», il fatto che Previti se ne tiri fuori non cambia nulla. Se c'è un verbale che parla di questi incontri che schifo c'è a pubblicarlo sulla stampa? O è reato di infamia riportare i verbali delle indagini? Travaglio è stato condannato perché ha sottinteso che Previti, noto frequentatore dello studio di Taormina, fosse presente anche lui all'incontro in questione mentre invece, forse, non lo era... oppure era lì per caso e si è tappato le orecchie. Giusto condannare Travaglio? Forse sì, deve stare attento e fa parte del suo lavoro, lo ha scritto anche lo sgrammaticato Facci, ma non paragoniamo il suo errore ai reati di mafia, corruzione, bancarotta, etc etc. Facci stai bene dove sei, a fare il "giornalista" a IL Giornale, in questo mondo tra dieci anni varrai per quello che sei: niente.

giovedì 16 ottobre 2008

E se fossimo obbligati a lavorare gratis?

Correva l'anno 2006 quando in un libro di Seth Godin intitolato "Il ruggito della mucca viola", raccolta di scritti di studiosi e manager del marketing moderno (vi risparmio il significato del titolo, servirebbe un post apposta), appariva uno scritto intitolato "quando tutto è gratis". In questo scritto si ipotizzava la fantomatica possibilità, in un futuro non troppo prossimo, che la concorrenza dei prezzi potesse far arrivare "alla conseguenza estrema di rendere tutto gratuito o praticamente gratuito" il che avrebbe portato al risultato che per conseguire introiti l'unica via fosse il convincere i clienti ad effettuare donazioni di somme di denaro a seconda del valore che attribuiscono al prodotto/servizio messo a loro disposizione. Sembra assurdo, fantapolitico/economico, irrazionale, quasi utopistico ma le vicende di questi giorni e gli esempi attuali fan sì che questa ipotesi fantasiosa si avvicini sempre di più alla realtà prossima.
Il piccolo articolo continuava poi citando l'esempio della radiotelevisione pubblica americana (circa un centinaio di emittenti) che lavorano solo ed unicamente tramite finanziamenti pubblici, ma non come da noi erogati dallo stato e quindi dai politici innescando così la solita pappetta all'Italiana, ma con donazioni spontanee dei loro tele/radio ascoltatori, pare con grande successo ed innescando così un circolo virtuoso. Vi propongo questo esempio... è un documentario su Berlusconi censurato in Italia (eheheh, così prendo due piccioni con una fava) e nell'introduzione allo stesso vengono ringraziati i vari sponsor (citati chiaramente, non come in Italia): Fondazione William e Flora Hewlett, Fondazione Ford, Fondazione John e Catherine MacArthur, Fondazione Jacob Burns, Carnegie Corporations, Fondazione Miriam e Ira Wallach, Corporation for pubblic broadcasting, Canale PBS e i singoli spettatori (tutti comunistacci schifosi, sicuro).
Insomma ciò che si scrive in quell'articolo come esempio è vero e se ci pensiamo, piano piano, anche noi stiamo andando verso questa direzione, solo che non vogliamo ammetterlo, ed anche la crisi attuale sta mettendo alla berlina il nostro modello di business/credo che ci piace così tanto da decidere di esportarlo, non proprio pacificamente, nelle zone del mondo che noi riteniamo ritardate. Salvo che ora, la bomba che volevamo tirare nei paesi in via di sviluppo per svilupparli meglio, ci sta scoppiando in mano, ma stiamo tranquilli, un sorriso ed una pacca sulle spalle e tutto passa... forse. Tralasciando la vena polemica e riprendendo il filo del discorso il servizio/prodotto gratuito è oramai una realtà che nel mondo internet ha già incominciato a funzionare ad esempio: lo sapevate che i Radiohead hanno pubblicato un album che si poteva scaricare decidendo il prezzo dell'album stesso che poteva anche essere pari a zero; poi moltissimi siti propongono servizi gratuiti chiedendo solo una donazione mi viene in mente quello di Paolo attivissimo, l'antibufala più usato in Italia, quando queste erano all'ordine del giorno, ma ce ne sono centinaia di altri come i fedelissimi dell'open source in tutte le sue forme; infine, se ben ci si pensa, vi sono anche in Italia una marea di lavoratori alle dipendenze di miriadi di Onlus che operano nel quarto settore che vivono quasi esclusivamente di donazioni private (oltre che di volontariato). Insomma lavorare gratis, aspettando una donazione da coloro che utilizzano o il nostro lavoro o il risultato del nostro lavoro oppure semplicemente apprezzano il nostro lavoro, potrebbe essere una soluzione per il futuro, per curare la recessione, la crisi dettata da una finanza senza regole che ha drogato il mercato attuale. O magari potrebbe essere una scelta obbligata, come scritto nel saggio citato, stretti nella morsa di un mercato globale che non lascia scampo alla nostra economia. In un modo o nell'altro dovremmo incominciare a pensare a come cambiare, prima di farci cogliere impreparati... imbambolati dalle parole di chi ci vuol convincere che l'unico mondo possibile in cui possiamo vivere e quello del guadagno sfrenato, del successo, della ricchezza. Auguri a tutti voi, ne avete (ho) bisogno.

mercoledì 15 ottobre 2008

10 buoni motivi per ignorare facebook

1) non voglio essere amico di tutti

2) se voglio reincontrare vecchi amici li cerco e ci parlo di persona

3) non me ne frega un cazzo delle foto degl'altri, mi pesano già abbastanza le serate a vedere le foto delle vacanze/matrimonio/bambino nella vita reale

4) odio le pagine totalmente in inglese, mi stanno sui coglioni

5) se già le catene di sant'Antonio si riproponevano come una peperonata, su facebook ogni trenta secondi un "amico" lancia un test, un sondaggio, una ricerca... eccheccazzo andate a lavorare!

6) la morosa è pronta ad evirarmi se mi metto a frequentare amici oltre quelli che ho già

7) su facebook non si parla di Cremonese

8) se decido di non frequentare un sito questo NON mi deve perseguitare via mail

9) non sopporto i parties


10) avete mai visto il video dei collonels 74/75? Ecco quella è la sensazione quando sento parlare di Facebook(se non lo avete mai visto ve lo metto qua sotto)



Quasi quasi lancio la campagna: IO NON SONO SU FACEBOOK

lunedì 13 ottobre 2008

Codice internet, Ovopedia... le istituzioni provano a prendersi il web

Tira una strana aria in Internet. La rete è sotto osservazione da tempo, soprattutto le sue derivazioni più indipendenti. Benché ci provino, infatti, per quanto cerchino in ogni modo di entrarci coloro che tirano le fila dell'economia, della politica e dell'informazione (la nuova trinità), non riescono a tenere il passo dei cani sciolti che inondano di contenuti il web, risultando più veloci, rapidi, essenziali, emozionali. In due parole "fanno presa" e questo fa paura.
Vi sono blog, forum, c'è youtbe e suoi fratelli ed i siti dove postare le foto, un reggimento di controinformazione non controllabile, che spesso smentisce l'informazione ufficiale, di regime direi io, e non guarda in faccia a nessuno ne alla destra "di governo" ne alla sinistra "di opposizione" in Italia, ne a tutto il resto al di fuori di essa.
La gente si parla e si scambia informazioni e questo potrebbe essere un pericolo imminente per gli abitanti della stanza dei bottoni in quanto essi non riescono ad avere il controllo della situazione. La verità non è più una chiacchiera da bar, le notizie in internet sono sempre più spesso veritiere in quanto controllate da più fonti, indipendenti una dall'altra.
Ma ho detto "potrebbe" non a caso poiché la trinità ha dalla sua hanno un numero, anzi, una percentuale, come si dichiara nel servizio a seguire, e quella percentuale per loro è importantissima. 50% l'indice di penetrazione del'uso di internet in Italia. Significa che la metà degli italiani non usa il web come risorsa. Un bel po' di persone da istruire e quindi via con gli investimenti, prima che con un semplice cambio generazionale la percentuale degli ignoranti del XX secolo diminuisca a favore di internetutenti del tutto liberi però, non preconfezionati/plastificati. Si lanciano così progetti come Ovopedia, dove l'obbiettivo principale non credo sia effettuare un bel revisionismo storico (Pezzi che revisiona non me lo vedo), ma incominciare a ricucire quel rapporto che Silvio ha perso con i navigatori italiani, oppure come codice internet, di cui ho allegato un esaustivo video, dove l'obbiettivo principale di una gruppo di sconosciuti (non esiste una sezione chi siamo), con delle ottime entrature però visto che vantano partner come il Comune di Milano, la Camera di Commercio di Milano, la Fiat, Microsoft (penso che possa bastare), è "Portare Internet alle persone anziché aspettare che la gente venga in Internet.".
Insomma mi par chiaro che i soliti noti stiano cercando di penetrare il mondo internet alla maniera loro. Perché sia mai che le persone si autodeterminino, si organizzino autonomamente, costruiscano qualcosa senza doppi fini. Sia mai!

mercoledì 8 ottobre 2008

Garntiamo per i nostri soldi

Ora io premetto, ma credo anche che sia evidente, non capisco un cazzo in generale (e sto bene io) e non capisco un cazzo di economia e finanza. Ma una cosa la capisco, fortunatamente, ovvero quando qualcuno sta puntando il mio buco del culo per infilarci una nerchia di proporzioni esagerate con effetti che difficilemente possono essere positivi.
C'è da dire che questa crisi finanziaria mondiale, di cui anche il post prima, non metterà a dura prova l'elasticità muscolare solo del mio sfintere, ma è logico immaginare che coinvolgerà, solo in Italia, gl'ani di milioni di persone.
Un piccolo esempio: noi, lo dicevo già nel post prima, siamo i garanti di tutto, da questa sera anche di noi stessi, difatti con un bel decreto legge questa sera la Repubblica Italiana si farà garante dei nostri conti correnti nel caso che le banche vadano in fumo. Può sembrare una cosa meravigliosa (come ci scrivono i signori della carta igenica stampata vedi il sole 24 ore, il corriere, il messaggero e la repubblica con un bel video con un santone dell'analisi economica) ma in realtà vi sono dei lati parecchio oscuri e soprattutto una realtà incontrastabile: l'Italia siamo noi, noi gente comune che paga le tasse, ed i soldi che ci garantiranno derivano ancora da noi stessi tramite le tasse (che no vogliamo pagare e per questo votiamo allegramente il Berlusca) finendo in un circolo vizioso/vicolo cieco che pian piano si trasformerà nella nerchia di cui prima che si infilerà etc etc.
In pratica ce li anticipano, non sappiamo bene come, per poi riprenderceli piano piano. E tutto questo lo fanno sembrare una cosa bellissima, che ci salverà la vita.
Ci dicono anche che tutti i paesi europei fanno la stessa cosa, bene, può anche darsi (voglio però capire in quali termini), ma io so che chi dovrà pagare per le sue malefatte in quei paesi pagherà, mentre da noi probabilmente chi dovrà pagare diventerà amministratore di una grande azienda, presidente di una banca o ministro di un governo.
Insomma la solfa non cambia, qui come al solito fanno i froci con il culo degl'altri, che è il nostro.

martedì 7 ottobre 2008

Effetto Lehman: paghiamo noi, come al solito.

Come al solito anche oggi sono riuscito ad incazzarmi. La giornata non è delle migliori, meteorolgicamente parlando, ma a parte quello tutto oggi era filato liscio, lavoro, casa, etc etc. Insomma non c'è nulla che mi faccia dire:"Dio come mi girano le palle". Almeno fino a due minuti fa quando ho letto questo articolo. dove si parla della canceliera "di ferro" Angela Merkel che ha messo a disposizione il conto in banca dei tedeschi per sanare i conti in rosso dei finanzieri, smentendosi tra l'altro nel giro di poche ore, alla maniera di qualcuno che conosco bene. E fin qui, non me ne può fregar de meno, Angelina culo grosso può usare tranquillamente i soldi dei suoi contribuenti per evitare di far finire sul lastrico i papponi teutonici del risparmio gestito ed il loro stuolo di sanguisughe, topi di fogna e iene della finanza creativa, profittatori senza arte ne parte parassiti dell'economia reale. Se non fosse che tra le righe dell'articolo si lascia trapelare che anche l'Italia, per ora solo a voce scrive lo pseudogiornalista (quindi vuol dire che è ufficiale), coprirà i conti in rosso dei finanzieri. Con i nostri soldi, ovviamente. Perché a volte ce lo dimentichiamo e ci lasciamo sopraffare dal menefreghismo e da quel vizio deleterio della delega incondizionata, ma l'Italia siamo noi. In pratica garantiamo, come si legge nell'articolo, un "assegno in bianco" a garanzia della perdite delle banche, per altro per errori loro e non nostri.
E qui mi fermo. Bestemmio, perché ci vuole, e penso: ma chi ha mai garantito per i risparmiatori quando questi si trovavano in difficoltà e, magari, non riuscivano a pagare la rata di un mutuo che serviva a loro, non per vivere da nababbi come i signori di cui sopra, ma semplicemente per sopravvivere decentemente? Nessuno.
Cioè, noi stessi, che siamo l'Italia garantiamo per i bancarottieri ma non garantiamo per la povera gente, noi stessi, che siamo l'Italia, garantiamo ai ricchi e neghiamo ai poveri. E le banche, che oramai, è assodato, sono associazioni a delinquere legalizzate, ringraziano. Fino a ieri se ne sono altamente infischiate ed hanno pignorarato beni alla povera gente perché non era riuscita a mantenere una promessa sio in fondo, senza possibilità di trattativa, senza la possibilità di dare spiegazioni, ed ora pretendono che gli si salvi il culo.

"INCULATEVI!" sarebbe l'unica risposta giusta. Fallite. Vendete le vostre Ville, le vostre auto di lusso, i vostri SUV di merda, le vostre piscine, i vostri appartamenti in centro, il vostro abbonamento in tribuna ed alla beauty farm, al golf club ed alla palestra, il vostro appartamento al mare, la barca, l'orologio della breil, le scarpe di prada, il vestito di d&g, lo smartphone ultima generazione, sono finiti gli aperitivi al lounge bar, le cene al ristorante in centro, il tavolo prenotato in disco con la bottiglia ed anche le piste di coca al cesso. Avete chiuso. Ora vi trovate un lavoro serio, all'interno dell'economia reale e smettete di vivere alle spalle degl'altri. Prendete un appartamento in affitto, comprate un utilitaria a rate, indossate jeans e maglione, compilate tanti bei curricula ed incominciate a fare la fila nelle agenzie di lavoro interinale. La sera, quando va bene, un paio di campari al bar, pizza con gli amici, magari cinema o anche disco ma facendo la fila ed evitando di prendere troppo da bere perché in disco costa tutto "una barca".

Invece no, invece gli manteniamo tutto. Dio come mi girano le palle.

lunedì 29 settembre 2008

Il povero Brunetta

Oddio oddio che putiferio, quante chiacchere per una vignetta. Che c'è non v'è piaciuta? Preferivate quelle sull'Islam, quelle che indossa Calderoli in piazza e per andare a letto? Libero parla di messaggio, che puzza di mafioso e di metodi anni settanta, è già a Feltri non piaciono i messaggi preferisce i fatti quelli che impediscono di avere un mercato del lavoro serio dove non si muoia come mosche per un tozzo di pane. Il giornale di Berlusconi "Il giornale" cita una dichiarazione di Gasparri "...non si può non rilevare la pericolosa ambiguità della vignetta contro il ministro Brunetta..." la cui credibilità sta tutta nelle sue dichiarazioni di ieri sera viste al TG2 dove diceva che il governo Berlusconi non racconta balle vedi l'Ici che non c'è più, vedi i rifiuti di Napoli, vedi Alitalia. Anche la finta testa imparziale denominata Corriere della sera si profonde in una serie smisurata di dichiarazioni contro la vignetta fino al patetismo quando sottolinea, tramite una dichiarazione, che il povero Brunetta vive sottoscorta da anni, ebbene al signor Brunetta bisognerebbe dire ciò che il suo lacchè Fede ha detto a Saviano:"Renà sarà anche sotto scorta però prende dei bei soldini!". Repubblica senza troppa convinzione mette almeno le dichiarazioni di Staino ma non si sogna minimamente di approfondire i temi della vignetta stessa.

Insomma sono tutti preoccupatissimi che il povero Brunetta faccia vermente (ma quando mai) una brutta fine e nessuno gliene frega nulla dei temi del precariato. Mi par poi di ricordare ancora quando Padoa Schioppa disse la cagata massima dando dei "bamboccioni" a coloro che vivevano ancora in casa coi genitori, non dimentico che tutti se la presero male ed i politicanti di destra tutti grufolarono a gran voce (ed a ragione per carità) e quelli di sinistra si ammutolirono. Ora Brunetta, il povero Brunetta, passa come la vittima.

Se fossi nel direttore dell'Unità incomincerei ad imparare da Berlusconi, dichiareri semplicemente:"non è mai stata pubblicata nessuna vignetta contro Brunetta, anzi non è mai stata pubblicata nessuna vignetta con disegnato un ragazzo con in mano una pistola che parla di Brunetta e ne approfitto per chiedervi di smetterla di attribuire certi articoli, certe vignette, certe rubriche etc etc al mio giornale."

sabato 27 settembre 2008

Google compie 10 anni... ma cos'è?

Google compie 10 anni... ma cos'è diventato veramente?
Partiamo col dire più di dieci anni fa due tizzi, uno si chiama Larry Page ed aveva 24 anni, l'altro Sergey Brin e di anni ne aveva 23, si incontrano. Sono, con tutta probabilità due meganerds, due secchioni che si arrovellano il cervello su teorie che parlano di motori di ricerca basati sull'analisi matematica delle relazioni tra siti web. Uno che a 23/24 anni pensa alle teoria invece che a trombare come un riccio, bere com un dannato e drogarsi controvoglia può sembrare uno scemo, ma loro no, loro sono lo spermatozoo che inserito nelle ovaie di internet è diventato il mostro tentacolare e onnivoro che è oggi Google, entrato a far parte della nostra vita, inseritosi come un polipo all'interno del nostro corpo succhiandone la linfa interna senza prosciugarlo.
Pensateci, pensate a quante volte aprite internet durante il giorno, al lavoro, a casa, ora ce lo ficcano anche sul cellulare (per la nostra gioia, diciamoci la verità) così non ci potremo far mancare il gusto di una navigata intanto che aspettiamo il tram, mentre prendiamo un caffè oppure siamo seduti su una panchina al parco.
Pensate a quante volte aprite internet e quante volte aprite google. Non è forse , o non è stata almeno per un piccolo periodo di tempo, la vostra pagina iniziale? Avete pensato? Bene, ora moltiplicate per i milioni di persone che si collegano ad internet, se riuscite a fare il calcolo riuscite anche minimamente ad immaginare quanto vale quel rettangolo di pochi centimetri quadri con sotto le parole "Cerca con google" e "Mi sento fortunato"?
Io lo ammetto non ci riesco, ma al di là del valore meramente economico, quello che forse potrebbe spaventare di più è quanto vale Google, all'interno della nostra vita. Immagino che molti di primo acchito dicano subito, nulla.... un bel par di palle, come dicono a Parigi! Con google cerchiamo e cerchiamo informazioni, cerchiamo ciò che ci interessa, ci incuriosisce, ci serve per il lavoro. Ci controlliamo un cliente, cerchiamo il sito di un gruppo musicale e chi vende i biglietti per il concerto, cerchiamo le indicazioni stradali per andare in discoteca e il giorno dopo cerchiamo il sito della discoteca per vedere se hanno fatto delle foto e le hanno pubblicate, cerchiamo notizie, cerchiamo video, cerchiamo biografie, cerchiamo notizie storiche, cerchiamo numeri di telefono ed indirizzi, cerchiamo scritte, cerchiamo cerchiamo cerchiamo senza smettere. Ed intanto Google si trasforma, si allarga (lo sapete, ad esempio, che col famoso rettangolo di cui sopra ci si possono effettuare calcoli matematici e costanti oppure convertire valute?)occupa quanto più spazio possibile, offre mille possibilità (ivi compresa quella di fornire spazio e strumenti per questo blog!!!), si autoalimenta spingendo i suoi visitatori a generare contenuti che poi altri cercheranno in un vortice che sembra non avere mai fine.
Chi guida Google, guida il mondo e non solo perché nel 2006 ha fatturato 10640 miliardi di dollari con un utile netto di 3077 miliardi dollari che ci si potrebbe sfamare tre afriche con tutti sti soldi, ma ha la capacità e la possibilità di influenzare i pensieri, i gusti, le mode in parole povere le scelte (importantissime nel nostro tempo) delle persone di tutto il mondo. E chi non ci dice che google non sarà il nostro mondo futuro?
Google, citando Jim Morrison, è "il nulla capace di tutto". Forse. Chissà se se l'erano immaginata così questa storia Sergey e Larry....

giovedì 18 settembre 2008

Lettera a Benedetto XVI

Da quando la Chiesa Cattolica ha preso una forte e radicale posizione sulla Omosessualità e sulla legalizzazione della stessa all'interno della società civile, in barba all'eterosessualità ed alla risultanza della stessa, la famiglia, mi è presa una voglia irrefrenabile di confrontarmi con gli apostoli moderni della Romana Chiesa Cattolica.
Papa Ratzinger, in arte Benedetto XVI, da sempre difende fortemente, infatti, i valori della religione cattolica richiamando spesso le scritture e per questo specifico argomento ha richiamato il passo biblico del Levitico ai versetti 18:22 in cui, senza mezzi termini, si definisce l'omosessualità come "un abominio che non può essere tollerato". Ho sperato fortemente che il santo padre passasse dalle mie parti per potermi confrontare con lui, un giorno o l'altro, ma al momento pare non sia previsto ed ultimamente ha preferito andare al mare in Sardegna dove gli hanno giustamente offerto un sacco di soldi e ci hanno costruito pure un bel sito www.ilpapainsardegna.it, grandioso, chissà chi l'ha pagato.

Cos' mi son risolto, al momento, a cercar notizie in quel ricettacolo di impurità e senzaDio che è internet, sperando di poter comunque trovare documenti ed informazioni inerenti alla questione, ed ho trovato casualmente una lettere aperta al Santo Padre che mi spinge a riflettere oltre il problema della omosessualità, portando sul piatto della discussione argomenti che, a mio modesto parere, andrebbero affrontati dalla Chiesa di Roma con altrettanta solerzia, e la propongo ai lettori di questo scritto.

"Caro Benedetto XVI, le scrivo sull'onda delle dichiarazione sue e dei sui Cardinali e Vescovi in merito al problema dell'omosessualità. Durante i Vostri eccelsi discorsi avete spesso citato le scritture ed in particolare il Levitico 18:22 in cui si definisce l'omosessualità un abominio.
Vi ringrazio infinitamente per le Vostre parole, grazie alle quali, quando qualcuno cerca di difendere tale innaturale pratica, non faccio nient'altro che citare il passo e punto, chiudo la faccenda.

Avrei però bisogno di chiarire alcuni passi biblici che mi restano oscuri, per regolare al meglio i miei rapporti con le persone che vivono con me la vita terrena e chi meglio di lei, esegeta delle scritture, può rispondere correttamente alle mie umili e sciocche domande, spero possa farlo prima che il signore ci chiami a lui.

Ecco le mie domande:

1) vorrei vendere mia figlia come schiava (Esodo 21:7) saprebbe indicarmi un prezzo di vendita equo, per me e per il compratore?

2) quando sull'altare sacrificale accendo il fuoco e ci ardo il toro, so dalle scritture che ciò produce un piacevole profumo per il signore (Levitico 1:9) ma i miei vicini, i blasfemi, si lamentano di continuo, hanno anche chiamato i vigili urbani una volta ed altre volte mi hanno fatto dei gavettoni d'acqua, devo forse percuoterli?

3) so che posso avere dei contatti con una donna ma solo quando non ha le mestruazioni (Levitico 15: 19-24), il problema è come fare a chiederglielo, le non lo può sapere ma se la prendono parecchio male, mi dia un consiglio saggio?

4) il Levitico ai versi 25:44 afferma che posso possedere degli schiavi, sia maschi che femmine, a patto che siano acquistati in nazioni straniere, un mio amico dice che per quanto riguarda i filippini va bene, per i francesi no. Lei saprebbe chiarire? perché non posso avere schiavi francesi?

5) un mio vicino insiste a lavorare di sabato, ciò è chiaramente vietato nel Levitico. Devo metterlo a morte? Devo farlo personalmente e nel nome del signore?

6) Sempre nel Levitico 11:10 si dichiara che è un abominio mangiare i crostacei, è quindi opportuno bruciare i ristoranti con menù di pesce? e le pizzerie?

7) Molti miei amici usano rasarsi i capelli, anche vicino alle tempie, ciò è vietato (Levitico 19:27) come debbono essere puniti?

8) Sempre il Levitico ai versi 21:20 si afferma che non ci si può avvicinare all'altare di Dio se si hanno difetti di vista. Un mio amico porta gli occhiali, va bene lo stesso o bisogna proprio avere dieci decimi?

9) Mio zio possiede una fattoria. E' andato contro il Levitico 19:19 poiché ha coltivato due ortaggi diversi nello stesso campo; anche mia zia ha violato lo stesso passo indossando un capo composto da due tessuti diversi (cotone e acrilico); in più, resti tra di noi, mio zio bestemmia a tutto spiano, prima di bruciarli, come simpaticamente mi suggerisce il Levitico ai versi 20:14, debbo lanciare un anatema di fronte alla famiglia e disconoscerli come parenti, o vado di sgrosso come han sempre fatto tutti?

Ringraziando il suo gran cuore, la sua pazienza e la sua benevolenza, attendo con devozione una sua illuminata risposta, se non arrivaerà significa che non ne sono degno.

Un devoto"


E' sicuramente uno scritto che induce alla riflessione, a me ad esempio sono nate altre domande quali: se per la Chiesa la pillola del giorno dopo è già un aborto, la sega è omicidio premeditato? Ma soprattutto il pompino è cannibalismo? E quindi dovremmo considerare il coito interrotto abbandono di minori?

Non potendo, al momento, rivolgermi al Santo Padre le porgo a te, lettore, nella speranza che qualcuno possa aiutarmi.

mercoledì 17 settembre 2008

Antologia Emiliofediana

Io adoro Emilio fede, il suo servilismo acuto, la sua ridondante prosopopea, le sue prediche per vuoti a perdere.
Mi piace anche molto il fatto che, senza che nessuno possa dire alcunché, ogni giorno lui ci costi quasi 350 000 eurini, un senatore 500 euro, un povero deputato solo 492.

E così mi sembra giusto ricordare che cosa fa e dice Fede, ecco una summa, una sorta di antologia video:

alla carica contro quel brutto profittatore di Saviano


bordate contro quei comunisti che manifestano contro la TAV


in duetto con Paolini, il presenzialista


testimonianza d'amore, fedeltà alla patria e passione sportiva


infine eccolo parlare della sua passione: Silvio Berlusconi


e Berlusconi parla con lui ed è estasi


In fondo non lo paghiamo mica per nulla, un pò ci fa ridere... un pò ci fa piangere. Gli Italiani lo sanno e per questo lo lasciano dov'è. Bravi.

lunedì 15 settembre 2008

Ferrara

Inizio dalla fine, ovvero, quando alle ore 19 e 30 circa entrando nella mia umile, e non è un eufemismo, dimora quasi avrei baciato per terra se solo il pavimento di casa mia non fosse stato lercio. Ero stato scaricato dal pulmino, a Castelvetro Piacentino, il perché lo si capirà più avanti, mezz'ora prima, lasciato in preda ai consumatori folli di ritorno dal Bennet locale, unico centro commerciale di zona aperto anche la domenica, in modo da dar la possibilità alle persone di santificare le feste con un bell'acquisto compulsivo domenicale. Il ritorno in coda a passo d'uomo, per l'unica strada che porta a Cremona passando per il ponte sul Po, in mezzo alle allegre famigliole cariche di borse della spesa, quelle che teoricamente non arrivano alla quarta settimana, forse proprio perché anche la domenica non trovano di meglio da fare che andare ancora a fare la spesa, è stata la ciliegina sulla merda del viaggio di ritorno/calvario su un pulmino da 19 posti Iveco anni 90, seduti (non tutti causa overbooking) su sedili extra rigidi, con un ricircolo dell'aria pessimo che costringeva o ad una coltre di fumo stile inferno di cristallo o ad una corrente d'aria pari ad una galleria del vento, in pratica l'abitabilità e la comodità di un convoglio di deportati in viaggio per Auschwitz. Se ci aggiungiamo che il mezzo di trasporto quando raggiungeva la velocità massima (ovvero dopo mezz'ora di rettilineo ininterrotto) toccava a malapena i 90 km orari, facendo sembrare i duecento kilometri che ci separano da Ferrara duemila, posso tranquillamente dire che il viaggio di ieri non è stato tra i più belli della mia vita. Come il ritorno, ovviamente, è stata anche l'andata con un poco di stanchezza in meno, ma non troppa, in mezzo la partita, se così si può definirla, ovvero mezz'oretta scarsa di noia totale con un tiraccio alto sopra la traversa per parte ed il culmine dell'emozione raggiunto durante l'infortunio dell'arbitro, che ha dato un po' di pepe all'evento... ed ho già detto tutto. L'infortunio dell'arbitro, tra l'altro si è rivelato irrimediabile tanto che la partita è stata sospesa, dopo ventotto minuti appunto, e rinviata a data da destinarsi. E noi che ci eravamo fatti appena mezz'ora prima duecento Kilometri sempre alla media di 80 all'ora forse, mettendoci anche del nostro con le soste svuotavescica forzate (si potrebbe evitare di fare le bestie e bere come dannati tutto il viaggio.. ma non lo facciamo) abbiamo, per così dire, avuto il ben servito. Se penso poi, che al mattino ero appena partito in macchina da Cremona quando dopo pochi kilometri, ricevute insistenti (ma gentili) telefonate, mi sono risolto a fermarmi a Castelvetro Piacentino, parcheggiare il mezzo e saltare sul pulmino sopradescritto quando con un mezzo di locomozione in grado di superare la soglia della velocità minima in austrada sarei arrivato a casa due ore prima. Se penso che al mattino ero appena arrivato da Pavia, in casa sono giusto passato per cambiarmi i vestiti quasi che fosse solo uno spogliatoio, dove avevo dormito, su un divano, a seguito di una cena il sabato sera dove io ed un mio amico, dopo aver bevuto vino e birra, abbiamo deciso di berci una bottiglia di mirto in due per digerire. E se penso che la sera prima ancora, Venerdì, ero stato all'Autunno pavese, fiera del vino autoctono, arrivando direttamente dal lavoro, ero uscito alle 19 ed alle 20 e 30 entravo in fiera e bevevo il primo calice, a cui ne sono seguiti svariati altri, a cui è seguita una sessione di birra chiara in un baretto locale sino al famigerato bar notturno, punto di incontro dei peggio delinquenti e squlibrati in giro nella zona rientrando in casa, di un amico, alle ore 7 del mattino, svenendo direttamente sul divano. Se penso che in pratica per andare a Ferrara sono partito due giorni prima da Cremona, passando per Pavia, ritornando a Cremona per 30 minuti e poi via verso la meta. Se penso a tutto ciò credo proprio di non essermi meritato 28 minuti di partita inguardabile, con in omaggio una partita notturna infrasettimanale. No, non me lo meritavo.

mercoledì 10 settembre 2008

Il buco nero

Ieri sera ero un po' in ansia, sapere infatti che quei simpaticoni del Cern stavano per ricreare un buco nero a qualche centinaio di Km di distanza dal mio salotto, anzi per essere più precisi a 447 km di strada, poco più di quattro ore di macchina, non mi faceva stare tranquillo.
All'interno della mia crapa hanno incominciato a prendere forma sia misteriosi incubi fantascientifici sia paranoie un po' meno misteriose, ovvero polverizzarmi in un nanosecondo senza nemmeno avere il piacere di essere avvertito.
Ne è necessariamente scaturita una riflessione interiore sul significato della vita e mi sono fatto domande tipo: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo e perché? Domande a cui non ho saputo rispondere e quindi sono passato a qualcosa di più semplice tipo: perché sono qui che mi sbatto (il lavoro, la casa, i rapporti sociali) per cercare di vivere al meglio se poi uno scienziato pazzo, mentre gioca, quasi non gli fossero bastate le macchinine con cui era uso trastullarsi sul tappeto della sua cameretta da puello, a far correre le particelle in un tubo sotto la Svizzera, si sbaglia e sbriciola la terra con tutti i suoi abitanti in un battito di ciglia?
Prima ci siamo e poi, puff, non ci siamo più.
Penso che sia un motivo valido per farmi girare le palle. Io dico, va bene il progresso, la ricerca, etc etc etc ma però ditemelo. Non sarei stato lì a cercare di costruire la mia vita, come dicevo prima, avrei vissuto di espedienti, passando le mie giornate nella spensieratezza di chi sa che potrebbero essere gli ultimi suoi istanti terreni, a zonzo per il mondo pensando solo a divertirmi e rilassarmi. Mentre adesso invece, se i figli di Archimede si dovessero essere sbagliati, l'ultima cosa ch mi ritroverei a fare, magari, è pulire il cesso di casa mia oppure fare la spesa la supermercato. Dio che tristezza. Morire nell'istante in cui stai scegliendo i peperoni al banco della verdura oppure mentre stai pulendo, con schifo massimo, lo spazzettone del cesso.
Io credo che se qualche tempo fa ci avessero detto:"guardate, per il progresso ed il bene dell'umanità tra un mese faremo un esperimento che se va male la terra verrà smaterializzata e noi con essa e ci sono delle possibilità che succeda e non sappiamo che cosa ne sarà di noi dopo. Comunque non potete farci niente, noi lo faremo lo stesso", bene la gente, come me, sarebbe uscita di casa avrebbe suonato al vicino rompi coglioni e gli avrebbe rifilato un calcio nelle palle, subito, per poi andarsene a zonzo per la città; i bar avrebbero offerto le loro scorte da bere gratuitamente, i supermercati avrebbero regalato i loro articoli, si sarebbero scatenati baccanali, si sarebbero consumate le vendette più impensate ed i deboli avrebbero rifilato un cazzotto ai forti, la gente avrebbe abbandonato uffici e fabbriche senza più tornarci, si sarebbe fatto l'amore dappertutto senza falsi moralismi e le persone per bene avrebbero avuto la meglio, anche se per poco tempo, sulle persone malvagie; la terra, anche se solo per un mese, sarebbe stato un posto felice per tutti.
Ed invece no, c'hanno negato anche questo. Vaffanculo.

martedì 9 settembre 2008

I profitti ai privati, le spese allo stato


Una storia vecchia come l'Italia, non come il mondo, perché nel mondo la gente si incazza se viene presa per il culo, in Italia no, noi Italiani no, non ci incazziamo.
E' stato fatto con la Fiat, lo stanno facendo con Aliatlia, lo fanno da sempre nel calcio. Le spese se le accolla lo stato, gli utili se li dividono i privati, pochi soliti noti per altro.
La Fiat, ad esempio, nata nel 1899 per volere di una decina tra aristocratici, possidenti, imprenditori e professionisti torinesi tra cui Giovanni Agnelli che di lì a poco assumerà quasi totalmente la proprietà, facilmente visti gli inizi stentati caratterizzati da continue ricapitalizzazione, e poi diventerà Senatore durante il Fascismo restando alla presidenza dell'azienda sin nel secondo dopoguerra, ha iniziato sin da subito a ricevere aiuti dallo stato, perfino il Duce, nonostante le sparate contro i grandi gruppi, erogò aiuti economici ma anche Giolitti prima e le sante alleanze DC-PSI dopo. D'obbligo citare il calcio nei maroni che rifilò Prodi allo Stato Italiano (ovvero noi Italiani) quando da presidente dell'Iri cedette l’Alfa Romeo alla Fiat nonostante esistesse una migliore offerta dell’americana Ford, una perdita secca per le casse dello Stato (ovvero per le tasche di noi Italiani), un enorme “favore” fatto agli Agnelli che rimasero con la loro fabbrica di automobili l’unico “competitore” in Italia. Ma non si può dimenticare nemmeno che anche nel 2005, sotto il governo Berlusconi, noi Italiani fummo molto generosi con la casa reale sabauda degli Agnelli, salvando la Fiat dall'ennesimo tracollo. A quel tempo addirittura la "Famiglia" ed i suoi accoliti (il Presidente Montezzemolo, l'amministratore delegato Marchionne) non si scomposero nemmeno più di tanto a chidere la carità, in vece loro si mossero un po' tutti il sindacato, Fiom in testa, gli amministratori locali, sindaci e presidenti di regione, i giornali di sinistra, “il manifesto” in testa, probabilmente persino le banche, esposte con enormi crediti, ed i politici tutti, addirittura il forzista Ghigo, ex presidente della Regione Piemonte, ed il sindaco DS Chiamparino, con il beneplacito del sindacato Fismic, crearono un fondo di credito per sostenere ed entrare nel capitale delle imprese dell’indotto auto, persino Maroni, ministro leghista, ricordiamo che il suo partito aveva sempre sventolato (e sventola tutt'ora) la sua contrarietà alla parola "aiuti", si accorse che dietro la Fiat ci sono migliaia, non di operai, ma di piccoli e medi industriali del Nord, fornitori di ricambi e pezzi che poi vengono assemblati in Fiat e si fece più mansueto. Con quei soldi il buon Marchionne, da tutti indicato come il salvatore della Fiat, mandò a casa un po' di gente, sposto ulteriormente la produzione all'estero, investì nel marketing e nella pubblicità, e fece salire le vendite. Ovvero coi nostri soldi, i soldi degli italiani, ha mandato a spasso altri italiani discoccupandoli, ha girato i nostri soldi alle televisioni ed adesso, che le cose vanno bene, passa alla cassa, si mette un po' di soldi in tasca, la maggior parte li gira proprietari e "non ci fa nemmeno il piacere di menarcelo per ringraziarci"(citazione da Full Metal Jacket).
Il calcio è un'altro bell'esempio di come privati alimentino le loro entrate coi soldi dello stato ovvero i nostri "dànei".
Capita infatti che un business completamente privato come il calcio, utilizzi strumenti pubblici per gestire i suoi clienti.
I poliziotti, pagati da noi, vanno allo stadio per essere riempiti di insulti e per essere lanciati alla carica spesso a caso, mostrando più bestialità che buon senso, vedi la storia di Paolo (tifoso del Brescia mandato in come per due anni dalla celere e di cui i mezzi di comunicazione si guardano ben dal parlarne). Vengono pagati da noi per gestire la sicurezza di manifestazioni private, come se le discoteche invece che avere dei buttafuori schierassero la celere per mantenere l'ordine e sedare le risse. In pratica i soldi degli incassi, delle pubblicità e dei diritti televisivi li incassano i vari morattiberlusconicairosensilotito etc etc, i soldi per mantenere tranquillo o quasi i loro affari ce li mettiamo noi.
Ed ora ci mancava solo Alitalia da mantenere.
Io mi chiedo: ma com'è che in un paese che anela al laissez-faire più sfrenato, stando a quanto risulta dalle elezioni in cui il 60% degli italiani (votanti) ha scelto Berlusconi o un suo alleato, poco cambia, il quale si dichiara (non lo è ma questo è un altro discorso) il paladino del liberismo contro il pericolo delle sinistre bolsceviche, un paese in cui nessuno vuole più pagare le tasse, "che si inculino i servizi i soldi sono miei e me li spendo come voglio io" si pensa a salvare una azienda privata, di proprietà per il 49,90% della Repubblica Italiana, per il 2,370% di TT International e per il restante 47,73% di un azionariato diffuso fatto di speculatori e non che "giocano" alla Borsa di Milano. A breve il tutto sarà venduto a privati, come ben sappiamo, non prima di mettere mano al denaro statale italiano ovvero il nostro copioso portafoglio, alla faccia del liberismo, salvando con metodi non propri del libero mercato, un azienda che avrebbe già dovuto fallire anni fa, con buona pace dei suoi dipendenti, per i quali mi dispiace veramente tanto ma a cui faccio notare che se non fossero dipendenti di Aliatlia ma di una società qualsiasi in fallimento, come ne esistono a migliaia in Italia e per cui non si da pena nessuno, sarebbero già a casa da un pezzo, anzi, avrebbero già trovato un altro lavoro, la loro unica salvezza sono, infatti, gli interessi economici di pochi perché se fosse solo per loro Aliatlia sarebbe già strafallita.

Purtroppo la faccenda va così ed in Italia nessuno si incazza, tutti lo sappiamo ma non si fa nulla. Politiklandia continua a blaterare dalle tivvù con il beneplacito dei giornalettisti, i pecoroni/somaroni li seguono e noi, io, siamo le pecore belano di rabbia. Che tristezza.

mercoledì 3 settembre 2008

Telefonare col culo

Quella di infilarsi soldi o droga nel buco del culo è una prassi arcinota nelle galere ma il progresso ha portato un evoluzione nella pratica e nel XXI secolo ecco che le cavità anali dei detenuti hanno incominciato ad ospitare altre tipologie di oggetti: i cellulari.
E' successo in Pakistan e la notizia è apparsa per la prima volta su Cellular News.
Singolare constatare come il progresso entri in ogni parte della nostra vita altresì si può finalmente asserire, con tanto di prova, che telefonare coi cellulari è un'inculata.
Comunque la si veda, in carcere si sta proprio male.

Fonti: cellular news, vignetta di F. Sardelli

martedì 2 settembre 2008

La terra dei fuochi

Il titolo del post richiama alla mente paesaggi esotici o sudamericani, storie di marinai o esploratori ed invece è solo il triste declino di una terra sconfitta quale è la Campania. Sconfitta dai suoi stessi abitanti che la umiliano, dagli estranei che la sfruttano, dagli ipocriti che la denigrano.
L'emergenza rifiuti iniziata quindici anni fa e non è ancora/mai finita nonostante quello che ci dicono.

A Napoli magari i rifiuti non sono più per le strade, le tivvù ed i giornali dichiarano vinta la guerra alla "munnezza" ed intervistano cittadini molto soddisfatti, qualche politico di lungo corso si pavoneggia come solo lui sa fare ma il problema non cambia, persiste.

Fortunatamente viviamo nella globalità della comunicazione ed anche se questo ci porta notevoli svantaggi tipo notizie false, bufale, tutti che parlano di tutto, difficoltà nel reperire notizie serie nella marea di informazioni che la rete ci propina, ci porta anche incredibili possibilità. Prima fa tutte: conoscere la verità.

Così mentre l'Italia televisiva e giornalettistica ci propina una improbabile vittoria rapida sulla munnezza ecco arrivare l'inevitabile ed immaginabile smentita. Le immagini parlano da sole.



Il resto lo trovate su www.laterradeifuochi.it coraggioso sito denuncia che ci riporta alla clamorosa realtà.

Voglio subito, per evitare le solite manfrine del giochino "seidisinistra/seididestra" che tanto ha fatto male all'Italia distogliendoci dai reali problemi e favorendo i soliti noti, chiarire una cosa: la mia non è una invettiva contro Berlusconi, la sua è la solita finta mediatica a cui spesso abboccano gli italiani teledipendenti, scusate se lo dico con un po' di disprezzo, ma oramai hanno raggiunto un livello tale di ignoranza e creduloneria che manco nel medioevo, ma ci sono stati ben altri (vedi alla voce Bassolino) che in questi quindici anni ci hanno messo le mani e non bisogna mai dimenticarsi di nulla in questi casi.

Certo è che la gente, proprio da questo spunto, dovrebbe iniziare a cercare la verità, con i mezzi che ha a disposizione, che sono sufficienti, con un minimo di spirito critico, l'animo pulito ed il cervello acceso.

Ps: per capire il problema dei rifiuti a Napoli leggere "Gomorra" di Saviano, il sito indicato prima www.laterradeifuochi.it e il sito www.osistema.org; guardare i documentari "Biutiful Cauntri" e "O'sistema" e magari anche il film "Il camorrista" di Tornatore