martedì 9 dicembre 2008

Mi sto staccando

Oramai è quasi un anno che vivo cercando di spostarmi dal solco che stavo seguendo. Il solco che tutti intorno a me seguono. La vita di plastica, preconfezionata, in una parola normale. Normale come alzarsi la mattina, normale come andare al lavoro, normale come fare la spesa, normale come il cenare e guardare la televisione.
E' quasi un anno che ho dichiarato guerra alla tivvù, il guardarla è l'ultimo atto normale di una giornata normale. Quello che te la fa digerire. Oramai sono quasi disintossicato, sono diventato idrorepellente alla melma televisiva. Non la guardo, non ci penso, non guardo telegiornali, telefilm, quiz, talshow, rubriche sportive o altro. A volte a malapena so com'è messa la Serie A di calcio che, dico, se vivi in Italia non ti è quasi permesso di non saperlo. Ed è una goduria.
Ho scoperto una marea di tempo libero per leggere, ascoltare musica, vedere amici, incontrare persone, andarmene ad un concerto, a teatro o semplicemente a zonzo in cerca di una scusa per una ciucca. Cazzo questa sì che è vita. E più mi infilo in essa più scema l'interesse per il lato normale della vita, per la difesa di esso, cosa oramai fanno tutti così impegnati a difendere con i denti scoperti il loro status/orticello per tanto piccolo che sia.
Quanto limita l'orizzonte guardare la tv, sembra di vedere tutto ed invece non si vede nulla, barcolliamo in tondo inseguendo ombre di immagini senza capire la nostra cecità.
Si sta bene senza guardare la tv, torna la vista e, come diceva il buon vecchi Vasco, capisci quante cose sono solo "fesserie"...

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