domenica 25 maggio 2008

Lecco e Foggia (fuggi da)

In onore al passaggio in finale play off dopo aver eliminato il Foggia con una partita al cardiopalma inserisco le foto delle due ultime trasferte(quindi anche l'andata della semifinale a Foggia, fuggi da).

Agli antipodi dello stivale italico, separate da centinaia e centinaia di km, una accrocchiata tra il lago di como e le montagne l'altra sdraiata all'inizio del tavoliere delle puglie, una ospite dell'ultima giornata di campionato l'altra ospite della prima giornata dei playoff. Risultato sportivo delle due gare identitico ovvero pari/patta, emozioni diverse. Ecco la cronistoria fotografica delle due trasferte al seguito della beneamata a Lecco e Foggia.

Lecco giorno 4 maggio 2008, giornata primaverile.

Le sorpresa subito alla partenza quando ad attenderci sul piazzale al posto del solito mezzo locomotorio c'è il vuoto. Pullman rotto e randeveuz con un nuovo mezzo a castelleone. Trasferta in massa verso il nuovo punto di ritrovo ed attesa ingannata a forza di campari.
Finalmente arriva il pullmino ovvero un malconcio macinino anni 80 dai colori parmensi/pergolettiani (per inciso parma merda e pergo merda)e ci porta allegramente verso Lecco tra una birra ed un'altra birra.
Momento più intenso della giornata: l'incontro con un paio di Cani Sciolti che hannno bussato lievemente ai finestrini, 7 secondi in tutto. Il resto, ovvero la partita, solo noia.

Lecco Cremonese


Foggia (fuggi da), 17 Maggio 2008. Al punto di ritrovo questa volta il mezzo c'è anche se è mattina presto, prestissimo.
Si parte con un carico di birre inumano, tipo 18 a testa, e con la paura che non basti...
I km scorrono veloci tra birre, vino, panozzi, merde pestate nelle piazzuoleorinatoio, spinelli (si può scrivere?), canzoni di Mario Biondi, imitatori di Mario Biondi, frittate, pugni a pizzi, tampax, vino rosso, dolci, filmati amarcord della cremo, coretti beceri e via sino allo stadio Zaccaria. Qui entriamo a pochi minuti dall'inizio della partita accolti da una bordata di fischi. Grazie Foggia.
La storia la conosciamo già, partita ottima della cremo e tifo ottimo da parte nostra, così torniamo a casa con uno zero a zero, che ci sta stretto ma vale molto.
Poi ieri il ritorno, in casa nostra, della semifinale. 1 a 1 strasudato che ci fa volare in finale (con un pò di culo, ringraziando chi ha pestato la merda all'andata).

Foto.

Foggia Cremonese (Play Off)


ed un video caruccio!

venerdì 16 maggio 2008

Sandro Bondi "il poeta"

Sandro Bondi nasce a Fivizzano il 14 Maggio del 1959.
Frequenta le prime scuole a Losanna dove il padre, socialista, è emigrato. Una volta tornato in Italia entra giovanissimo nella Federazione Giovanile Comunista Italiana, della quale diventa presto segretario della Lunigiana. Si laurea in Filosofia presso l'Università di Pisa con una tesi su Leonardo Valazzana, predicatore agostiniano e avversario di Girolamo Savonarola.

Cattolico democratico, milita nel Partito Comunista Italiano, nelle cui liste viene eletto, nel 1990, sindaco di Fivizzano. Nel 1992 la giunta comunale da lui guidata viene rovesciata dai socialisti locali, in associazione con la Democrazia Cristiana. Già allora gli attivisti lo paragonano scherzosamente ad un "rapanello": cioè rosso fuori e bianco dentro. In seguito lascia il PCI.

Successivamente, attraverso lo scultore Pietro Cascella conosce Silvio Berlusconi, di cui diviene segretario e collaboratore. Sandro Bondi diventa consigliere fidato del Cavaliere, tanto da ricevere il compito, in occasione della campagna elettorale del 2001, di coordinare la stesura di Una storia italiana, un libro fotografico sulla vita pubblica e privata di Berlusconi spedito, come mezzo di propaganda elettorale in vista delle successive elezioni, a tutte le famiglie italiane.

Bondi ricambia la fiducia accordatagli da Berlusconi diventandone negli anni uno dei maggiori sostenitori, esternandogli pubblicamente in più occasioni la propria devozione e fedeltà, anche tramite poesie che ha talvolta letto in alcuni programmi televisivi, tanto da essere stato spesso bersaglio di critiche o battute ironiche.

Nel 2001 è eletto alla Camera dei Deputati nelle liste di Forza Italia nella III circoscrizione (Lombardia 1). Nella campagna elettorale per le elezioni regionali del 2005 si occupa della comunicazione del partito e nello stesso anno viene nominato coordinatore del movimento forzista. Alle elezioni politiche del 2006 riceve un nuovo mandato parlamentare alla Camera, risultando eletto nella circoscrizione XX (Campania 2). Collabora intanto al settimanale Vanity Fair con una rubrica di poesie.

Nell'estate 2006 pubblica il suo ultimo saggio dal titolo "Laici e credenti: una fede comune".

Alle elezione del 2008 è candidato al Senato della Repubblica nella regione Toscana nelle liste del Popolo della Libertà, nonché candidato del centrodestra alla carica di presidente della Provincia di Massa Carrara. Viene eletto al Senato, mentre per la presidenza della provincia accede al ballottaggio col presidente uscente (sostenuto dal Partito Democratico) Osvaldo Angeli, che vince con il 55.4% dei voti, contro il 46% di suffragi raccolti da Bondi.

Nel 2008 è nominato Ministro per i Beni e le Attività Culturali del Governo Berlusconi IV, lasciando la carica di coordinatore nazionale di Forza Italia a Denis Verdini.

Ecco una piccola antologia di poesie del poeta Bondi detto "il rapanello":

Storica e di forte impatto emotivo l'ode dedicata a Silvio Berlusconi, un monometro giambico libero che farà storia nella poesia
A SILVIO

Vita assaporata
Vita preceduta
Vita inseguita
Vita amata
Vita vitale
Vita ritrovata
Vita splendente
Vita disvelata
Vita nova


Malinconici e mistici i versi dedicati a Rosa Bossi madre di Silvio Berlusconi assunta in cielo il 3 Febbraio 2008

A ROSA BOSSI IN BERLUSCONI

Mani dello spirito
Anima trasfusa.
Abbraccio d’amore
Madre di Dio


Sfiorano delicatamente l'erotismo le parole rivolte a Crudelia Salmon, pardon, Michela Vittoria Brambilla

A MICHELA VITTORIA BRAMBILLA

Ignara bellezza
Rubata sensualità
Fiore reclinato
Peccato d’amore


Stupisce e sorprende la poesia dedeicata a Jovanotti for president (yoh ghimmi faiv olrait)

A JOVANOTTI

Concerto
vibrazioni dell’anima
eco del divino
dolore dell’essere
onde dell'amore


Oscuri, criptici sono invece i versi dedicati ad un ermafroditico leader dell'opposizione

A WALTER VELTRONI

Tenero padre
madre dei miei sogni
Anima ulcerata
Figlio mio Ritrovato


Infine chiude l'antologia quella che a nostro parere è il capolavoro di Bondi Sandro detto il rapanello, la poesia dedicata a Giuliano Ferrara, poesia su cui le accademie di tutta europa stanno disputando per l'interpretazione del verso che definisce Giuliano Ferrara "antro d'amore". Noi non vogliamo assolutamente aver la pretesa di comprendere o spiegare, ve la lasciamo così com'è, in tutta la sua nuda e cruda insensatezza.

A GIULIANO FERRARA

Antro d’amore
Rombo di luce
Parole del sottosuolo
Fiume di lava
Ancora di salvezza


Fonti:
wikipedia.it
vanity fair

martedì 13 maggio 2008

La classifica umana degli sterminatori

Si dice che l'uomo è l'unico animale sulla terra che uccide per piacere e che è in grado di compiere quelli che vengono chiamati genocidi, parola con cui si dovrebbero intendere il tentativo di eliminare una razza (ghénos razza, stirpe in greco, caedo uccidere in latino) ma che poi è stato esteso a qualsiasi azione che provoca la morte in breve tempo di un alto numero di persone, pensiamo ad esempio a capi di stato che con le loro azioni belliche provocano un gran numero di morti civili (anche detti effetti collaterali).
E' una triste verità ed esiste anche una clssifica dei migliori genocidisti degli ultimi cent'anni, classifica che riserva alcune sorprese a partire ad esempio dalle prime posizioni. Io infatti mi aspettavo di trovare il vecchio baffino teutonico con il suo olocausto in cima alla classifica, visto l'insistenza con cui ne parlano i mezzi di informazione (non è antisemitismo, è un fatto oggettivo), ed invece nonstante l'impegno profuso coglie solo un terzo posto con 12 milioni di morti (poco più di cinque milioni di ebrei per il resto civili) alle spalle di Stalin che con 23 milioni di anime spedite all'altro mondo (in gran parte ucraini) si piazza secondo e Mao che occupa il gradino più alto del podio con un numero imprecisato compreso tra 49 e 78 milioni di persone tra cinesi e tibetani (il numero è incerto perchè nei primi anni cinquanta i proprietari terrieri e i contadini ricchi vennero sterminati ma ancora oggi il numero delle vittime è molto incerto e varia da qualche centinaio di migliaia, 800.000 secondo lo stesso Mao, a diversi milioni).
Insomma senza nulla togliere ad Adolf Hitler lo stesso ha poco di cui vantarsi rispetto a Stalin ma soprattutto a Mao i cui intenti, molto nobili, di creare un mondo di eguali cozzano con la necessità di dover togliere di mezzo, poco amichevolemente, chi non la pensa così o c'ha la sfiga, in quel caso si può proprio dir così, di esser nato ricco.
Appena fuori dal podio un trittico di asiatici che dimostra come nel vecchio oriente non ci si metta molto a ridurre la popolazione: troviamo infatti quarto Hideki Tojo primo Ministro Giapponese durante la seconda guerra mondiale che firmò il patto tripartito con Hitler e Mussolini e attaccò gli americani a Pearl Arbor, ben 5 milioni di morti per lui; poi al quinto posto Pol Pot il rivoluzionario Cambogiano che con i suoi Khmer Rossi fece un milione e settecentomila morti, centomila in più del sesto classificato, Kim Il Sung (un milione e seicentomilamorti) il dittatore nordcoreano, predecessore dell'attuale, distintosi per aver eliminato "un pò" di suoi detrattori.
Continuando a scorrere la classifica troviamo, in mezzo ad un paio di poco teneri dittatori africani, Ismail Enver, capo della dittatura militare turca, dal 1914 al 1922, promotore dello sterminio degli Armeni, che ispirò Hitler a fare quel che fece, e Brezhnev che guidava l'Urss ai tempi dell'invasione dell'Afghanistan nel 1979 da parte della stessa e che fece novecentomila morti tra i civili ingaggiando un braccio di ferro con gli Americani a cui, ai tempi, i mujaheddin ed i talebani piacevano un sacco. Scendendo la classifica troviamo, tra i nomi noti, il povero vecchio Saddam al trediscesimo posto con i suoi seicentomila morti in gran parte curdi e poi Tito che tra il 1945 ed il 1987 di fronte "alle bandiere ed i gelati" (F. De Andrè) di Rimini mandò al creatore cinquecentosettantamila morti in Yugoslavia. Solo ventunesimo "l'orgoglio nazionale" Benito Mussolini che tra Etiopia, Yugoslavia e qualche italianetto presuntuoso e petulante di morti ne ha fatto circa trecentomila, addirittura centomila in meno del Mullah Omar, tutt'ora vivente, che al momento vanta quattrocentomila morti ed essendo poco meno che cinquantenne ha ancora ampi margini di miglioramento. Tra coloro invece che non possono più migliorare e che dovranno accontentarsi dei loro scarsi risultati troviamo i vari Slobodan Milosevic, Richard Nixon, Vladimir Ilich Lenin, Francisco Franco, Fidel Castro, Lyndon Johnson ed Augusto Pinochet. Chiudono la classifica due nomi che il solo pronunciarli fa tremare le gambe, i viventi Osama Bin Laden e Al Zarqawi che dai loro predecessori però hanno ancora molto da imparare. Attendiamo la fine del suo mandato per comunicare la posizione di George W. Bush.

Ecco la classifica completa


1. Mao Ze-Dong (China, 1958-61 and 1966-69, Tibet 1949-50) 49-78,000,000
2. Jozef Stalin (USSR, 1932-39) 23,000,000 (the purges plus Ukraine's famine)
3. Adolf Hitler (Germany, 1939-1945) 12,000,000 (concentration camps and civilians WWII)
4. Hideki Tojo (Japan, 1941-44) 5,000,000 (civilians in WWII)
5. Pol Pot (Cambodia, 1975-79) 1,700,000
6. Kim Il Sung (North Korea, 1948-94) 1.6 million (purges and concentration camps)
7. Menghistu (Ethiopia, 1975-78) 1,500,000
8. Ismail Enver (Turkey, 1915) 1,200,000 Armenians
9. Yakubu Gowon (Biafra, 1967-1970) 1,000,000
10. Leonid Brezhnev (Afghanistan, 1979-1982) 900,000
11. Jean Kambanda (Rwanda, 1994) 800,000
12. Suharto (East Timor, West Papua, Communists, 1966-98) 800,000
13. Saddam Hussein (Iran 1980-1990 and Kurdistan 1987-88) 600,000
14. Tito (Yugoslavia, 1945-1987) 570,000
15. Yahya Khan (Pakistan, 1971) vs Bangladesh 500,000
16. Fumimaro Konoe (Japan, 1937-39) 500,000? (Chinese civilians)
17. Savimbi (Angola, 1975-2002) 400,000
18. Mullah Omar - Taliban (Afghanistan, 1986-2001) 400,000
19. Idi Amin (Uganda, 1969-1979) 300,000
20. Yahya Khan (Bangladesh, 1970-1971) 300,000
21. Benito Mussolini (Ethiopia, 1936; Yugoslavia, WWII) 300,000
22. Mobutu Sese Seko (Zaire, 1965-97) ?
23. Charles Taylor (Liberia, 1989-1996) 220,000
24. Foday Sankoh (Sierra Leone, 1991-2000) 200,000
25. Slobodan Milosevic (Yugoslavia, 1992-96) 180,000
26. Michel Micombero (Burundi, 1972) 150,000
27. Hassan Turabi (Sudan, 1989-1999) 100,000
28. Jean-Bedel Bokassa (Centrafrica, 1966-79) ?
29. Richard Nixon (Vietnam, 1969-1974) 70,000 (vietnamese civilians)
30. Efrain Rios Montt (Guatemala, 1982-83) 70,000
31. Papa Doc Duvalier (Haiti, 1957-71) 60,000
32. Hissene Habre (Chad, 1982-1990) 40,000
33. Chiang Kai-shek (Taiwan, 1947) 30,000 (popular uprising)
34. Vladimir Ilich Lenin (USSR, 1917-20) 30,000 (dissidents executed)
35. Francisco Franco (Spain) 30,000 (dissidents executed after the civil war)
36. Fidel Castro (Cuba, 1959-1999) 30,000
37. Lyndon Johnson (Vietnam, 1963-1968) 30,000
38. Hafez Al-Assad (Syria, 1980-2000) 25,000
39. Khomeini (Iran, 1979-89) 20,000
40. Robert Mugabe (Zimbabwe, 1982-87, Ndebele minority) 20,000
41. Rafael Videla (Argentina, 1976-83) 13,000
42. Guy Mollet (France, 1956-1957) 10,000 (war in Algeria)
43. Paul Koroma (Sierra Leone, 1997) 6,000
44. Osama Bin Laden (worldwide, 1993-2001) 3,500
45. Augusto Pinochet (Chile, 1973) 3,000
46. Al Zarqawi (Iraq, 2004-06) 2,000

Fonti: www.scaruffi.com; wikipedia.it

giovedì 8 maggio 2008

Mara Carfagna alle pari opportunità: applausi a scena aperta.

Applausi a scena aperta per la squadra di Berlusconi!

Mille sono i motivi per alzarsi in piedi e dedicare una standing ovation al cavaliere: per l'avvocato Angelino Alfano (ex democristiano) alla giustizia (senza ironia, sicuramente meglio di Mastella), per l'avvocato Ignazio Benito Maria La Russa alla difesa un nome un programma, per Bondi Sandro, scrittore de "Una storia italiana" libro fotografico sulla vita pubblica e privata di Berlusconi (regalato a tutti noi tramite posta), ai Beni culturali, per Maroni Roberto agli interni condannato per resistenza a pubblico ufficiale, chissa se c'è ancora quel pubblico ufficiale, pensate che ricorso storico, per Tremonti Giulio (il mio preferito) all 'Economia che nel '91 al Corriere della Sera dice « In Sud america il condono fiscale si fa dopo il golpe. In Italia lo si fa prima delle elezioni, ma mutando i fattori il prodotto non cambia: il condono è comunque una forma di prelievo fuorilegge » (dal Corriere della Sera, 25 settembre 1991) poi ne vara svariati (di condoni, ovvio). Dicevo che sono mille i motivi per alzarsi in piedi ed applaudire ma ce n'è uno che li vale tutti: Mara Carfagna alle pari opportunità, un colpo di genio. La parlamentare velina con la sua pluriennale esperienza di valletta al fianco di eroi della televisione quali Mengacci Davide (La domenica del villaggio), Magalli Giancarlo (Piazza Grande), con l'esperienza fondamentale maturata in trasmissioni quali Domenica in, I cervelloni e Vota la voce, darà sicuramente un messaggio chiaro alle donne: care amiche le vostre pari opportunità sono queste, o la date o almeno la fate vedere.

mercoledì 7 maggio 2008

Niente più lavoro per l'uomo

Facciamo veremente fatica a capirlo, e nemmeno nessuno ce lo spiega in maniera semplice, ma la nostra crisi economica (o della quarta settimana o del precariato) attuale non deriva dalla Cina o dall'India o da chissa chi o perlomeno questi, diciamo così, fenomeni esteri, e non, aiutano il fenomeno che però è dettata, in primo luogo, da tutt'altro fattore: l'automazione dei servizi.

Il mondo ha ormai abbandonato l'era industriale, e di questo se n'è accorto anche Bertinotti ultimamente, e siamo oramai entrati di prepotenza nell'era dei servizi i quali hanno sempre più la tendenza ad essere erogati al pubblico tramite il computer diventando progressivamente piu' economici, anzi spesso gratuiti. Ci aiuta ha capire il concetto l'esempio delle banche, che e' emblematico. Quando vennero inventati, gli sportelli automatici "Bancomat" erano un lusso. Molte banche facevano pagare un addebito al cliente che, per non stare in coda dentro la banca, sceglieva di utilizzare la tessera magnetica.
Ma in America, nel 1994, la Bank of America fa partire la controtendenza offre ai suoi clienti uno sconto se promettono di non entrare mai nella banca e di servirsi unicamente di ATM ("Automatic Teller Machines", il "Bancomat" italiano). La Citibank a seguire si mette ad offrire quasi tutti i servizi di conto corrente, investimento, valuta e trasferimenti di fondi per telefono e la First Chicago diventa la prima a invertire addirittura i termini: utilizzare l'ATM e' gratuito, mentre ogni operazione dentro la banca comporta un addebito di tre dollari. Nella primavera del 1995 la Wells Fargo stacca il primato di prima banca a consentire ai propri clienti di controllare i propri conti correnti sull'Internet. Le banche risparmiano poiche' possono eliminare personale: e' nel loro interesse che i clienti usino l'ATM. La tendenza e' adesso, anche in Italia che ha iniziato primo con Fineco e poi Banca Mediolanum a ruota, quella di fare in modo che i clienti non si muovano piu' di casa. In tal modo le banche risparmieranno anche i costi di manutenzione dei Bancomat.
Qualcosa di analogo sta succedendo nel mondo delle riviste, in America ma presto diventerà una realtà anche da noi. Grazie ai metodi informatici infatti stampare una rivista non e' piu' cosi' costoso mentre ciò che rimane oneroso è la distribuzione che rimane però un settore fondamentale per riuscire a vendere molte copie. Gli editori però fanno un altro ragionamento ovvero: il profitto non deriva tanto dalle copie vendute quanto dalla pubblicita', il fatturato della pubblicita', a sua volta, e' in funzione delle copie. Soluzione: regalare la rivista. La rivista viene spedita per corrispondenza soltanto agli abbonati, che avranno compilato (on line) un form eliminando cosi' i costi di distribuzione (esempio simile embrionale italiano: a Milano, Roma ed altre grandi città da anni già distribuiscono giorneltti gratuiti alla stazione). Siccome la rivista e' gratuita il numero dei lettori aumenta, aumentando il numero dei lettori aumenta di conseguenza il fatturato della pubblicità. I costi diminuiscono e il fatturato aumenta, musica per le orecchie degli editori. Si tratta, come nel caso delle banche di instradare il cliente a scegliere servizi o prodotti in cui le persone (che in quest'ultimo caso fanno la distribuzione) NON METTONO MANO IN QUANTO COSTO.

Morale: meno posti di lavoro, più soldi nelle tasche di poche persone.
Questa tendenza è chiara in tutti i settori, dalla piccola media e grande impresa fino, perchè no, alla pubblica amministrazione. Senza contare i piccolissimi imprenditori (vedi giornalai, etc) costretti a chiudere.
Risultato crisi del ceto piccolo/medio borghese, o meglio, di chi non si sa barcamenare in questo nuovo sistema, e nuovi poveri in continuo aumento con la fissa che il problema è la Cina. Ma va là.

martedì 6 maggio 2008

Rete 4: ora si paga!

Bene, cari italiani da oggi si paga!
300000 euro al giorno per vedere:
- il tiggì diretto dallo squatter Fede (news)
- Walker texas ranger (telefilm)
- Tempesta d'amore (soap)
- Stranamore (show)
- Sipario del Tg4 (magazine)
senza dimenticare Casa Vianello, Vivere e Secondo Voi....

300000 euro al giorno sono la multa comminata all'Italia, con effetto retroattivo, dall'Unione Eurpea per non aver mandato sul satellite Rete 4, già perchè in Europa esiste una legge "liberticida" che non permette ad un solo editore di mandare in onda più di due televisioni nazionali. La legge Gasparri (ma toh!) era in netto contrasto con tale dictat, peccato che avrebbe dovuto adeguarsi.
Ma dico io, ma nessuno si chiede il perchè in Europa abbiano deciso che non si può avere più di due televisioni a testa (per chi se lo può permettere ovvio)?

In Italia evidentemente no, e visto che le ultime elezioni sono andate come sono andate, cari italiani (che pagate le tasse, precisazione doverosa) non vi resta nient'altro che: pagare!

Un grazie al Berluska che è l'unico italiano che ci guadagna bene, a Prodi & Co. che si son guardati bene dal pestare i piedi al predetto ed ai mezzi di informazione che oggi "prefersicono" parlarci di Calderoli, della legge basaglia sui manicomi, etc etc.

Forza e coraggio che i soldi sono di passaggio.