venerdì 31 ottobre 2008

Il Senatore Francesco Cossiga va processato per le morti di Giorgiana Masi e Pierfrancesco Lorusso

Il 23 Ottobre 2008, lo sanno anche i muri in Italia, il senatore a vita Francesco Cossiga ha rilasciato un'intervista al Giorno/Resto della Nazione in cui dichiarava, tra le altre cose, in relazione all'attuale protesta studentesca:
«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».

ovvero
«Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».

e non pago concludeva
«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».
Nel senso che...
«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale.(...)»


Basterebbero queste parole, in un paese civile, per mandare a casa il senatore a vita Francesco Cossiga, Presidente della Repubblica Italiana dal 1985 al 1992 quando si dimise (il 28 Aprile, precisamente) due mesi prima della scadenza naturale del mandato. Dovrebbero bastare per mandarlo all'ospizio con la sua bella copertina e la sedia a dondolo aggiungendoci pure, nel caso ce fosse bisogno, che le sue, scellerate, parole, fuoriuscite dalla sua bocca senza che nessuno ne sentisse il bisogno, sono state un funesto presagio agli scontri di piazza di ieri che hanno così distolto l'attenzione dell'opinione pubblica sul senso vero della manifestazione, proprio come auspicava lui (toh!).
Ma questo è ancora poco rispetto a ciò che ha involontariamente ammesso in relazione agli episodi del 1977 quando un giovine Kossiga guidava le forze dell'ordine, in quanto Ministro degli interni, durante le manifestazioni studentesche. Sono gravissime le sue ammissioni se pensiamo che in quei giorni in cui, per sua stessa, palese ed inequivocabile ammissione lui stesso ha infiltrato agenti provocatori allo scopo di reprime nel sangue le proteste forte di un consenso popolare pecorone.
La gravità di ciò che afferma si misura nelle morti di quei giorni sciagurati, che lui sostiene essere base della democrazia: la morte di Pierfrancesco Lorusso (qui a destra), durante gli scontri di piazza e la morte di Giorgiana Masi (qui in basso a sinistra), colpita da un proiettile come la sua amica Elena Ascione, solo ferita a una gamba, ed il carabiniere Francesco Ruggero, solo ferito ad una mano.
Nel 1998 il senatore Cossiga incomincio già a rivelare qualcosa, arrivando a confermare che
"quel giorno ci possa essere stato un atto di strategia della tensione, un omicidio deliberato per far precipitare una situazione e determinare una soluzione involutiva dell'ordine democratico, quasi un tentativo di anticipare un risultato al quale per via completamente diversa si arrivò nel 1992-1993"
salvo poi dichiarare, dieci anni dopo, che quella strategia della tensione era opera sua, bullandosene ed oltretutto suggerendola a Berlusconi, al quale personalmente, visto il G8 ed i pestaggi dei pacifisti invece che dei devastatori, non va insegnato nulla.
Il caro, si fa per dire, Cossiga Francesco andrebbe processato in quanto responsabile primo, per sua stessa ammissione, delle morti sopraccitate ed interdetto da qualsiasi carica pubblica della Repubblica Democratica Italiana, se vogliamo ancora chiamarla così.
Niente carcere, ma un bell'ospizio privato (tanto di soldi ce ne ha e visto che ammicca al Berlusconi sarà sicuramente dalla parte dei tagli alla sanità) dal quale non dovrà uscire se non in orizzontale passando prima coi piedi e poi con la testa.

giovedì 30 ottobre 2008

Maradona


Quando vedo Diego mi viene sempre la lacrimuccia, cosa darei per rivederlo a quei livelli!
Che l'Argentina giochi come te!

mercoledì 22 ottobre 2008

Il secondo animale più "pericoloso" del mondo: l'asino

Il primo era il canguro, il secondo è sicuramente l'asino.

Il commento è in cremonese, a voi il video.

venerdì 17 ottobre 2008

Filippo Facci, un povero cretino

A seguito della condanna di primo grado inflitta a Marco Travaglio (ognuno pensi quel che gli pare) Filippo Facci (che potete ammirare qui alla vostra destra), uno che si spaccia per giornalista e che scrive per Berlusconi dalle pagine del Giornale, si è scatenato, si vede che non vedeva l'ora, pubblicando un articolo la cui povera idiozia sprizza da ogni parola, da ogni frase, da ogni periodo. Analizziamo le parole del povero Facci il quale, a differenza di altri, non si limita a riportare notizie ma vi costruisce sopra castelletti di sabbia che rimangono in piedi solo perché vengono pubblicati.
L'articolo inizia così:
Il presunto collega Marco Travaglio è stato condannato a 8 mesi di prigione e 100 euro di multa perché diffamò Cesare Previti, al quale andrà anche un risarcimento di 20mila euro che sarà probabilmente sborsato dall’Espresso. Il settimanale, infatti, il 3 ottobre 2002 ospitò un articolo diffamatorio sicché la direttrice Daniela Hamaui, a ruota, è stata condannata a 5 mesi e 75 euro che è una pena piuttosto elevata, se rapportata al di lei cosiddetto «omesso controllo». Ma siamo solo al primo grado, e la pena in ogni caso è stata sospesa per entrambi.

Fin qui è solo sarcastico, apostrofa subito Travaglio come un "presunto collega" ma non si capisce se lui si sente un vero giornalista e quindi reputa Travaglio non tale o se lui si sente qualcos'altro, magari un semplice portavoce, e quindi.... Poi continua:
La diffamazione è il reato a mezzo stampa per eccellenza, spesso fisiologico a chi scrive di cose giudiziarie: nel caso di Travaglio, tuttavia, la condanna lo trasforma in un classico bersaglio del suo stesso metodo.

ed incomincia già ad essere confuso, prima dice che gli argomenti di Travglio possono portare facilmente ad una denuncia per diffamazione (vero il 72% delle denuncie per diffamazione sono contro le testate giornalistiche), ma poi lo trafigge dicendogli che sono cazzi suoi, in pratica nel suo caso se l'è meritata (come se un ladro si meritasse la condanna solo perchè non ha a cuore i truffatori) ma va ulteriormente in confusione quando si spinge oltre e snocciola tutta una serie di dati senza senso
Il reato è del 2002, ma giudicato nel 2008, dunque è presumibile che andrà in prescrizione prima del giudicato; il reato, inoltre, ricade tra quelli coperti dall’indulto approvato nel 2006; il reato, infine, stando al suo gergo da film con Thomas Milian, trasforma Travaglio in un «pregiudicato» poiché in precedenza era stato condannato sì come diffamatore, ma solo in sede civile. Condannato, oltretutto, sempre per azione di Previti: nel 2000, per un suo articolo pubblicato sull’Indipendente nel 1995, il tribunale l’aveva già condannato al pagamento di 79 milioni che gli furono progressivamente decurtati dal reddito mensile.

... ma questo qui non ce l'ha il correttore di bozze? Posto che "pregiudicato" non è un termine da film di Thomas Milian ma giuridico, ma come si fa ad architettare un periodo così goffo, contraddittorio e sconclusionato. Non si capisce se Travaglio è stato condannato in questi giorni o tempo fa o mai parla infatti di "giudicato nel 2008" poi due parole avanti di "prescrizione prima del giudicato". Per fortuna noi lo sappiamo, Travaglio è stato condannato in primo grado per diffamazione e questo è il fatto, se verrà condannato anche in appello prima del 2010 (devono passare 7 anni e mezzo per la prescrizione del reato di diffamazione) la condanna sarà definitiva e passerà in giudicato (rimane solo la cassazione, per la quale non vale la prescrizione).
Ma Filippo il minus non pago continua e va avanti con le cifre:
Nel febbraio scorso, poi, nella sua Torino, Travaglio è stato condannato a risarcire Mediaset e Fedele Confalonieri per alcune ingiurie pubblicate sull’Unità del 16 luglio 2006; la notizia di questa condanna registrò tra l’altro un curioso episodio: un collaboratore dell’Espresso, Daniele Mastellarini, scrisse sul suo blog che «Travaglio, che è sempre molto preciso sulle condanne altrui, scrive che “dovrò pagare 10mila euro più le spese al dottor Fedele Confalonieri”, mentre in realtà sono 12.000 e dimentica la pubblicazione dell’estratto sul Corriere della Sera, che ha un costo non indifferente. Travaglio non riporta anche la condanna a risarcire Mediaset per 14.000 euro, e soprattutto non dice che davanti al giudice ha definito la propria rubrica “di carattere satirico”». Questo scrisse Mastellarini prima che il suo rapporto con l’Espresso, senza nessuna spiegazione, avesse a interrompersi. Altre querele, come una di Antonio Socci, Travaglio le ha scansate chiedendo pubblicamente scusa.

Filippo va bene, abbiamo capito, Travaglio viene spesso condannato perché dice cose che non stanno bene a Previti, a Dell'Utri ed al tuo padrone Silvio Berlusconi. Però se dici che "davanti al giudice ha definito la propria rubrica “di carattere satirico”»"... vuol dire che i processi sono stati celebrati e non si è fatto di tutto per evitarli, e lui si è presentato senza dare della toga blu a nessuno, senza scappare, senza proclami, senza fare la vittima, ha cercato di difendersi con le armi che la legge gli consente ed ha pagato fino in fondo le sue condanne, che, come dici tu, trattano solo di reati di diffamazione (qualcuno potrebbe anche dire di opinione) e non di mafia, corruzione, concussione, bancarotta, tangenti etc etc etc. Ma continuiamo nell'analisi dello scritto di Facci:
Ma torniamo a ciò che in una botta sola trasformerebbe Travaglio in pregiudicato o prescritto o indultato. L’articolo del 2002 era sottotitolato così: «Patto scellerato tra mafia e Forza Italia. Un uomo d’onore parla a un colonnello dei rapporti di Cosa Nostra e politica. E viene ucciso prima di pentirsi». E già qui il cosiddetto «sottinteso sapiente» pare chiaro. Lo sviluppo, poi, è ignobile: classico copia & incolla a tesi dove un pentito mafioso spiega che Forza Italia fu regista di varie stragi e fece un patto elettorale con Cosa Nostra.
Ecco! Giusto! Bravo! Torniamoci, caro Facci (ma perché prima parlava d'altro?) sul fatto che Travaglio potrebbe diventare un pregiudicato, ma perché usa il condizionale (trasformerebbe) adesso .... sembrava così sicuro qualche riga più su.... "trasforma Travaglio in un pregiudicato" scriveva... mah. Poi continua e prima si rende ridicolo denominando "sottinteso sapiente" la frase "...e viene ucciso prima di pentirsi", peccato che non c'è niente di sottinteso in una persona ammazzata, poi inciampa nell'italiano "classico copia & incolla a tesi dove un pentito mafioso spiega che Forza Italia fu regista di varie stragi"... mi spiace Facci ma questa frase merita la sottolineatura BLU. Ma Facci non si ferma ed in preda a se stesso dichiara:
Il pezzo di Travaglio farebbe schifo già così, ma la sua disonestà intellettuale deve ancora dare il meglio. Vediamo. Il pentito del caso, Luigi Ilardo, raccontò queste cose che finirono in un rapporto redatto nel 1993. Ma Ilardo venne freddato da due killer nel 1996, talché «quello che avrebbe potuto diventare un altro Buscetta non parlerà più. Una fuga di notizie, quasi certamente di provenienza “istituzionale”, ha avvertito Cosa Nostra del pericolo incombente». Chi ha raccolto le confidenze del pentito, si legge, è il colonnello dei carabinieri Michele Riccio, in seguito coinvolto in un processo su presunti blitz antidroga pilotati. Riccio, nel 2001, viene convocato nello studio del suo avvocato Carlo Taormina assieme a Marcello Dell’Utri e al tenente Carmelo Canale, entrambi imputati per concorso esterno in associazione mafiosa. Taormina negherà, ma secondo Riccio in quello studio si predisposero cose losche: aggiustare deposizioni, scagionare Dell’Utri, cose del genere. Poi l’infamia. Travaglio cita un verbale reso da Riccio, sempre nel 2001: «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti». E praticamente finisce l’articolo: l’ombra di Previti si allunga dunque su traffici giudiziari, patti con Cosa Nostra, regie superiori e occulte.
Insomma Facci ma chi sono i buoni ed i cattivi? Qui abbiamo una persona, Ilardo, che pare che stia per pentirsi e con un "sottinteso sapiente" viene ammazzato in quanto la mafia, tramite vie istituzionali, lo viene a sapere... da chi? Ma da tale colonnello Riccio "in seguito coinvolto in un processo su presunti blitz antidroga pilotati....convocato nello studio del suo (!!!) avvocato Carlo Taormina assieme a Marcello Dell’Utri e al tenente Carmelo Canale, entrambi imputati per concorso esterno in associazione mafiosa.". Facci, Facci... ma mi faccia il piacere: ma dove sta l'infamia, la disonesta intellettuale, lo schifo? Nel fatto che Riccio parla con Taormina suo Avvocato, ripeto suo Avvocato, e Ilardi muore? Nel fatto che Taormina, dell'Utri e Previti si incontrino e siano tutti legati tanto a Forza Italia quanto ad ambienti mafiosi? Ah già, mi scusi, lo spiega subito dopo:
Il dettaglio, l’infamia, è che Travaglio non mette il seguito della frase. Eccola per intero: «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti. Il Previti però era convenuto per altri motivi, legati alla comune attività politica con il Taormina, e non era presente al momento dei discorsi inerenti la posizione giudiziaria di Dell’Utri». Questo è il presunto collega che questa sera arringherà le folle ad Annozero. Questo è Travaglio.

Facci sei proprio un cretino, cosa cambia del succo dell'articolo? Il titolo era, giusto per rammentarlo: «Patto scellerato tra mafia e Forza Italia. Un uomo d’onore parla a un colonnello dei rapporti di Cosa Nostra e politica. E viene ucciso prima di pentirsi», il fatto che Previti se ne tiri fuori non cambia nulla. Se c'è un verbale che parla di questi incontri che schifo c'è a pubblicarlo sulla stampa? O è reato di infamia riportare i verbali delle indagini? Travaglio è stato condannato perché ha sottinteso che Previti, noto frequentatore dello studio di Taormina, fosse presente anche lui all'incontro in questione mentre invece, forse, non lo era... oppure era lì per caso e si è tappato le orecchie. Giusto condannare Travaglio? Forse sì, deve stare attento e fa parte del suo lavoro, lo ha scritto anche lo sgrammaticato Facci, ma non paragoniamo il suo errore ai reati di mafia, corruzione, bancarotta, etc etc. Facci stai bene dove sei, a fare il "giornalista" a IL Giornale, in questo mondo tra dieci anni varrai per quello che sei: niente.

giovedì 16 ottobre 2008

E se fossimo obbligati a lavorare gratis?

Correva l'anno 2006 quando in un libro di Seth Godin intitolato "Il ruggito della mucca viola", raccolta di scritti di studiosi e manager del marketing moderno (vi risparmio il significato del titolo, servirebbe un post apposta), appariva uno scritto intitolato "quando tutto è gratis". In questo scritto si ipotizzava la fantomatica possibilità, in un futuro non troppo prossimo, che la concorrenza dei prezzi potesse far arrivare "alla conseguenza estrema di rendere tutto gratuito o praticamente gratuito" il che avrebbe portato al risultato che per conseguire introiti l'unica via fosse il convincere i clienti ad effettuare donazioni di somme di denaro a seconda del valore che attribuiscono al prodotto/servizio messo a loro disposizione. Sembra assurdo, fantapolitico/economico, irrazionale, quasi utopistico ma le vicende di questi giorni e gli esempi attuali fan sì che questa ipotesi fantasiosa si avvicini sempre di più alla realtà prossima.
Il piccolo articolo continuava poi citando l'esempio della radiotelevisione pubblica americana (circa un centinaio di emittenti) che lavorano solo ed unicamente tramite finanziamenti pubblici, ma non come da noi erogati dallo stato e quindi dai politici innescando così la solita pappetta all'Italiana, ma con donazioni spontanee dei loro tele/radio ascoltatori, pare con grande successo ed innescando così un circolo virtuoso. Vi propongo questo esempio... è un documentario su Berlusconi censurato in Italia (eheheh, così prendo due piccioni con una fava) e nell'introduzione allo stesso vengono ringraziati i vari sponsor (citati chiaramente, non come in Italia): Fondazione William e Flora Hewlett, Fondazione Ford, Fondazione John e Catherine MacArthur, Fondazione Jacob Burns, Carnegie Corporations, Fondazione Miriam e Ira Wallach, Corporation for pubblic broadcasting, Canale PBS e i singoli spettatori (tutti comunistacci schifosi, sicuro).
Insomma ciò che si scrive in quell'articolo come esempio è vero e se ci pensiamo, piano piano, anche noi stiamo andando verso questa direzione, solo che non vogliamo ammetterlo, ed anche la crisi attuale sta mettendo alla berlina il nostro modello di business/credo che ci piace così tanto da decidere di esportarlo, non proprio pacificamente, nelle zone del mondo che noi riteniamo ritardate. Salvo che ora, la bomba che volevamo tirare nei paesi in via di sviluppo per svilupparli meglio, ci sta scoppiando in mano, ma stiamo tranquilli, un sorriso ed una pacca sulle spalle e tutto passa... forse. Tralasciando la vena polemica e riprendendo il filo del discorso il servizio/prodotto gratuito è oramai una realtà che nel mondo internet ha già incominciato a funzionare ad esempio: lo sapevate che i Radiohead hanno pubblicato un album che si poteva scaricare decidendo il prezzo dell'album stesso che poteva anche essere pari a zero; poi moltissimi siti propongono servizi gratuiti chiedendo solo una donazione mi viene in mente quello di Paolo attivissimo, l'antibufala più usato in Italia, quando queste erano all'ordine del giorno, ma ce ne sono centinaia di altri come i fedelissimi dell'open source in tutte le sue forme; infine, se ben ci si pensa, vi sono anche in Italia una marea di lavoratori alle dipendenze di miriadi di Onlus che operano nel quarto settore che vivono quasi esclusivamente di donazioni private (oltre che di volontariato). Insomma lavorare gratis, aspettando una donazione da coloro che utilizzano o il nostro lavoro o il risultato del nostro lavoro oppure semplicemente apprezzano il nostro lavoro, potrebbe essere una soluzione per il futuro, per curare la recessione, la crisi dettata da una finanza senza regole che ha drogato il mercato attuale. O magari potrebbe essere una scelta obbligata, come scritto nel saggio citato, stretti nella morsa di un mercato globale che non lascia scampo alla nostra economia. In un modo o nell'altro dovremmo incominciare a pensare a come cambiare, prima di farci cogliere impreparati... imbambolati dalle parole di chi ci vuol convincere che l'unico mondo possibile in cui possiamo vivere e quello del guadagno sfrenato, del successo, della ricchezza. Auguri a tutti voi, ne avete (ho) bisogno.

mercoledì 15 ottobre 2008

10 buoni motivi per ignorare facebook

1) non voglio essere amico di tutti

2) se voglio reincontrare vecchi amici li cerco e ci parlo di persona

3) non me ne frega un cazzo delle foto degl'altri, mi pesano già abbastanza le serate a vedere le foto delle vacanze/matrimonio/bambino nella vita reale

4) odio le pagine totalmente in inglese, mi stanno sui coglioni

5) se già le catene di sant'Antonio si riproponevano come una peperonata, su facebook ogni trenta secondi un "amico" lancia un test, un sondaggio, una ricerca... eccheccazzo andate a lavorare!

6) la morosa è pronta ad evirarmi se mi metto a frequentare amici oltre quelli che ho già

7) su facebook non si parla di Cremonese

8) se decido di non frequentare un sito questo NON mi deve perseguitare via mail

9) non sopporto i parties


10) avete mai visto il video dei collonels 74/75? Ecco quella è la sensazione quando sento parlare di Facebook(se non lo avete mai visto ve lo metto qua sotto)



Quasi quasi lancio la campagna: IO NON SONO SU FACEBOOK

lunedì 13 ottobre 2008

Codice internet, Ovopedia... le istituzioni provano a prendersi il web

Tira una strana aria in Internet. La rete è sotto osservazione da tempo, soprattutto le sue derivazioni più indipendenti. Benché ci provino, infatti, per quanto cerchino in ogni modo di entrarci coloro che tirano le fila dell'economia, della politica e dell'informazione (la nuova trinità), non riescono a tenere il passo dei cani sciolti che inondano di contenuti il web, risultando più veloci, rapidi, essenziali, emozionali. In due parole "fanno presa" e questo fa paura.
Vi sono blog, forum, c'è youtbe e suoi fratelli ed i siti dove postare le foto, un reggimento di controinformazione non controllabile, che spesso smentisce l'informazione ufficiale, di regime direi io, e non guarda in faccia a nessuno ne alla destra "di governo" ne alla sinistra "di opposizione" in Italia, ne a tutto il resto al di fuori di essa.
La gente si parla e si scambia informazioni e questo potrebbe essere un pericolo imminente per gli abitanti della stanza dei bottoni in quanto essi non riescono ad avere il controllo della situazione. La verità non è più una chiacchiera da bar, le notizie in internet sono sempre più spesso veritiere in quanto controllate da più fonti, indipendenti una dall'altra.
Ma ho detto "potrebbe" non a caso poiché la trinità ha dalla sua hanno un numero, anzi, una percentuale, come si dichiara nel servizio a seguire, e quella percentuale per loro è importantissima. 50% l'indice di penetrazione del'uso di internet in Italia. Significa che la metà degli italiani non usa il web come risorsa. Un bel po' di persone da istruire e quindi via con gli investimenti, prima che con un semplice cambio generazionale la percentuale degli ignoranti del XX secolo diminuisca a favore di internetutenti del tutto liberi però, non preconfezionati/plastificati. Si lanciano così progetti come Ovopedia, dove l'obbiettivo principale non credo sia effettuare un bel revisionismo storico (Pezzi che revisiona non me lo vedo), ma incominciare a ricucire quel rapporto che Silvio ha perso con i navigatori italiani, oppure come codice internet, di cui ho allegato un esaustivo video, dove l'obbiettivo principale di una gruppo di sconosciuti (non esiste una sezione chi siamo), con delle ottime entrature però visto che vantano partner come il Comune di Milano, la Camera di Commercio di Milano, la Fiat, Microsoft (penso che possa bastare), è "Portare Internet alle persone anziché aspettare che la gente venga in Internet.".
Insomma mi par chiaro che i soliti noti stiano cercando di penetrare il mondo internet alla maniera loro. Perché sia mai che le persone si autodeterminino, si organizzino autonomamente, costruiscano qualcosa senza doppi fini. Sia mai!

mercoledì 8 ottobre 2008

Garntiamo per i nostri soldi

Ora io premetto, ma credo anche che sia evidente, non capisco un cazzo in generale (e sto bene io) e non capisco un cazzo di economia e finanza. Ma una cosa la capisco, fortunatamente, ovvero quando qualcuno sta puntando il mio buco del culo per infilarci una nerchia di proporzioni esagerate con effetti che difficilemente possono essere positivi.
C'è da dire che questa crisi finanziaria mondiale, di cui anche il post prima, non metterà a dura prova l'elasticità muscolare solo del mio sfintere, ma è logico immaginare che coinvolgerà, solo in Italia, gl'ani di milioni di persone.
Un piccolo esempio: noi, lo dicevo già nel post prima, siamo i garanti di tutto, da questa sera anche di noi stessi, difatti con un bel decreto legge questa sera la Repubblica Italiana si farà garante dei nostri conti correnti nel caso che le banche vadano in fumo. Può sembrare una cosa meravigliosa (come ci scrivono i signori della carta igenica stampata vedi il sole 24 ore, il corriere, il messaggero e la repubblica con un bel video con un santone dell'analisi economica) ma in realtà vi sono dei lati parecchio oscuri e soprattutto una realtà incontrastabile: l'Italia siamo noi, noi gente comune che paga le tasse, ed i soldi che ci garantiranno derivano ancora da noi stessi tramite le tasse (che no vogliamo pagare e per questo votiamo allegramente il Berlusca) finendo in un circolo vizioso/vicolo cieco che pian piano si trasformerà nella nerchia di cui prima che si infilerà etc etc.
In pratica ce li anticipano, non sappiamo bene come, per poi riprenderceli piano piano. E tutto questo lo fanno sembrare una cosa bellissima, che ci salverà la vita.
Ci dicono anche che tutti i paesi europei fanno la stessa cosa, bene, può anche darsi (voglio però capire in quali termini), ma io so che chi dovrà pagare per le sue malefatte in quei paesi pagherà, mentre da noi probabilmente chi dovrà pagare diventerà amministratore di una grande azienda, presidente di una banca o ministro di un governo.
Insomma la solfa non cambia, qui come al solito fanno i froci con il culo degl'altri, che è il nostro.

martedì 7 ottobre 2008

Effetto Lehman: paghiamo noi, come al solito.

Come al solito anche oggi sono riuscito ad incazzarmi. La giornata non è delle migliori, meteorolgicamente parlando, ma a parte quello tutto oggi era filato liscio, lavoro, casa, etc etc. Insomma non c'è nulla che mi faccia dire:"Dio come mi girano le palle". Almeno fino a due minuti fa quando ho letto questo articolo. dove si parla della canceliera "di ferro" Angela Merkel che ha messo a disposizione il conto in banca dei tedeschi per sanare i conti in rosso dei finanzieri, smentendosi tra l'altro nel giro di poche ore, alla maniera di qualcuno che conosco bene. E fin qui, non me ne può fregar de meno, Angelina culo grosso può usare tranquillamente i soldi dei suoi contribuenti per evitare di far finire sul lastrico i papponi teutonici del risparmio gestito ed il loro stuolo di sanguisughe, topi di fogna e iene della finanza creativa, profittatori senza arte ne parte parassiti dell'economia reale. Se non fosse che tra le righe dell'articolo si lascia trapelare che anche l'Italia, per ora solo a voce scrive lo pseudogiornalista (quindi vuol dire che è ufficiale), coprirà i conti in rosso dei finanzieri. Con i nostri soldi, ovviamente. Perché a volte ce lo dimentichiamo e ci lasciamo sopraffare dal menefreghismo e da quel vizio deleterio della delega incondizionata, ma l'Italia siamo noi. In pratica garantiamo, come si legge nell'articolo, un "assegno in bianco" a garanzia della perdite delle banche, per altro per errori loro e non nostri.
E qui mi fermo. Bestemmio, perché ci vuole, e penso: ma chi ha mai garantito per i risparmiatori quando questi si trovavano in difficoltà e, magari, non riuscivano a pagare la rata di un mutuo che serviva a loro, non per vivere da nababbi come i signori di cui sopra, ma semplicemente per sopravvivere decentemente? Nessuno.
Cioè, noi stessi, che siamo l'Italia garantiamo per i bancarottieri ma non garantiamo per la povera gente, noi stessi, che siamo l'Italia, garantiamo ai ricchi e neghiamo ai poveri. E le banche, che oramai, è assodato, sono associazioni a delinquere legalizzate, ringraziano. Fino a ieri se ne sono altamente infischiate ed hanno pignorarato beni alla povera gente perché non era riuscita a mantenere una promessa sio in fondo, senza possibilità di trattativa, senza la possibilità di dare spiegazioni, ed ora pretendono che gli si salvi il culo.

"INCULATEVI!" sarebbe l'unica risposta giusta. Fallite. Vendete le vostre Ville, le vostre auto di lusso, i vostri SUV di merda, le vostre piscine, i vostri appartamenti in centro, il vostro abbonamento in tribuna ed alla beauty farm, al golf club ed alla palestra, il vostro appartamento al mare, la barca, l'orologio della breil, le scarpe di prada, il vestito di d&g, lo smartphone ultima generazione, sono finiti gli aperitivi al lounge bar, le cene al ristorante in centro, il tavolo prenotato in disco con la bottiglia ed anche le piste di coca al cesso. Avete chiuso. Ora vi trovate un lavoro serio, all'interno dell'economia reale e smettete di vivere alle spalle degl'altri. Prendete un appartamento in affitto, comprate un utilitaria a rate, indossate jeans e maglione, compilate tanti bei curricula ed incominciate a fare la fila nelle agenzie di lavoro interinale. La sera, quando va bene, un paio di campari al bar, pizza con gli amici, magari cinema o anche disco ma facendo la fila ed evitando di prendere troppo da bere perché in disco costa tutto "una barca".

Invece no, invece gli manteniamo tutto. Dio come mi girano le palle.