lunedì 27 agosto 2007

Venezia

Prima partita della stagione 2007/2008 Campionato di Serie C1 girone A.
Prima trasferta della stagione 2007/2008.
Massiccio uso di mezzi di trasporto: macchina, treno, traghetto.
Massiccio uso di birra.
Dimenticato telefono per foto in macchina, nessun reportage.
Caldo umido intorno ai 30 gradi.
Discreto numero di spettatori allo Stadio Penzo.
Risultato: vittoria della Cremonese per due reti a uno.
Marcatori: Moro (Venezia); Pepe e Graziani (Cremonese).
Tifo continuativo e caldo.
Rientro senza tumulti.
Due eravamo e due siamo rientrati (e ci mancherebbe).
Ma....



.... dedicata a tutti quelli che a Venezia non ci sono potuti essere.

giovedì 23 agosto 2007

Sacco e Vanzetti


Il 23 agosto del 1927 Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti furono uccisi sulla sedia elettrica nel penitenziario del Massachussetts con l’accusa di rapina al calzaturificio Slater and Morrill di Boston. Durante il furto furono assassinati un sorvegliante e un cassiere. I tre processi, che precedettero le esecuzioni, confermarono le accuse, nonostante le prove della loro estraneità ai fatti. A nulla valsero le proteste contro la sentenza della Corte Americana da parte di comitati e dei tanti cittadini che chiedevanmo il loro scagionamento e proclamavano la loro innocenza. Il verdetto, dall’epilogo tragico, scosse l’opinione pubblica e l’episodio divenne ben presto espressione di ingiustizia e di discriminazione. Nel ’77, dopo aver riaperto il caso, il governatore del Massachusetts Michael Dukakis sentenziò ufficialmente l’innocenza di Sacco e Vanzetti riabilitandoli alla memoria storica.

martedì 21 agosto 2007

Est est est

Lo so, lo so che EST EST EST è un vino, del Lazio credo (Orvieto forse), e che con ciò che vi sto per raccontare ci centra poco, ma mi piaceva come titolo ed in fondo sul mio blog ci scrivo un po' quel che mio pare.
Comunque vi racconterò, brevemente e con tante figure (così chi si annoia a leggere, e ne ha voglia, si guarda le foto e sta bene lui) del mio viaggio ad EST, come dice il titolo (ma toh!), dove, insieme a quella santa che mi dà corda che è la mia ragazza (la mente del la gita), ho passato in rassegna Landshut (Germania), Pilsner, Praga e Brno (rep. Ceca), Bratislava (Slovacchia), Graz (Austria), Maribor e Lubiana (Slovenia).

Comincio col parlarvi di Landshut, la prima tappa, classico alleggerimento verso la vera meta, Praga, alleggerimento perché non ve l'ho detto ma il giro l'ho fatto in macchina (e dovevo sempre guidare io...)
Ebbene la ridente cittadina della Baviera, giusto giusto sulla strada per Praga, è piccola e graziosa: bei palazzi in centro, un bel castello, un pittoresco fiumiciattolo che la attraversa e.... E UNA CATTEDRALE CHE SI VANTA DI AVERE IL CAMPANILE PIÙ' ALTO D'EUROPA!!!
Non ci volevo credere, fin da bambino mi hanno sempre detto che il Torrazzo di Cremona è il campanile in muratura più alto d'Europa..... sono andato subito a vedere la torre, detta di San Martino, che sfida il nostro orgoglio cittadino. Effettivamente, a occhio, dava l'idea di essere veramente alta ma non credevo potesse superare il mio Torrazzo, ma poi controllando su wikipedia mi sono (parzialmente) arreso: Torrazzo 112,27 metri , Torre di San Martino 131 metri.
Comunque bisognerebbe richiedere la rimisurazione con addetti super partes.

Le foto le metto qui, segnalo tra l'altro appena fuori città l'ottimo posto dove abbiamo pernottato, un sorta di hotelbirreria con camere molto belle e con la fantastica, almeno per me, possibilità di farsi una magnata in stile bavarese con annessa bevanda nazionale a litrate e ritorno in camera a piedi in due minuti (fantastiche!)

Landshut


Il giorno dopo siamo partiti direzione Praga, viaggio comodo tra i paesaggi dell'alta Baviera per poi entrare dopo 200 km circa nella Repubblica Ceca. La differenza tra i due paesi si avverte netta nonostante siano passati alcuni anni dal fatidico 1989 e si noti una certa occidentalizzazione fatta di insegne e manifesti pubblicitari.
La Repubblica Ceca, tutta tesa all'europeizzazione, conserva ancora una certa atmosfera dell'est che mi ha vagamente ricordato il mio viaggio a Berlino del 1991, quando il muro era caduto da poco ed entrare nell Germania dell'est significava percorrere centinaia di Km su strade di cemento attorniati da un paesaggio brullo e selvaggio senza vedere anima viva.
La prima città che si incontra sulla strada è Plzen (Pilsen) città famosa per la birra a cui ha dato il nome della tipologia di birra, Pils appunto, e per la fabbrica della Skoda, la Fiat ceca. Ci siamo fermati a dare un'occhiata: la città nel complesso non è brutta ma non brilla nemmeno per capolavori, una discreta cattedrale e un municipio con una bella facciata è il massimo che offre la Piazza Centrale, la Moschea è sicuramente un bel posto da visitare ma non mi è sembrato che ci fosse molto altro da vedere. La città comunque era parecchio viva con concerti e stand birrigastronomici e mi sarei fermato volentieri a bere una birra ma il parcheggio a pagamento, di importazione occidentale, in scadenza ci ha fatto levare le tende alla svelta, non volevamo infatti inaugurare l'ingresso nel paese con una multa e soprattutto con le ganasce, ancora in uso, alle gomme che non ti permettono di cestinare la multa ed andartene al grido di "viemme a pijà in Italia".

Plzen


Lasciata alle spalle Plzen arriviamo finalmente, nel tardo pomeriggio del secondo giorno di viaggio, a Praga.
C'è poco da dire se non che è una città bellissima, carica di una atmosfera particolare che solo parzialmente rovinata da un turismo soffocante.
Dato che troverete sicuramente su internet o su libri e riviste descrizioni più dettagliate della mia, in riguardo a luoghi, storia, personaggi (c'è da scrivere per ore) mi limito dire che è una piacevolissima capitale incastonata nella storia, una bella addormentata che si bea del suo passato e pare che non gli interessi il futuro, un miscuglio di arte sacra e profana, di religioni e di culture molto ben dosato.
Per di più i costi alla portata di tutti, basti pensare che la birra costa un euro ed a volte meno e che mangiare, per me bene, fino a scoppiare può costare solo dieci/quindici euro, in centro.
Per quanto riguarda il discorso "mignotte e affini" io non ne ho veramente vista una.... giuro.

Praga


Dopo quattro giorni di continue scarpinate su e giù per vicoli, chiese, moschee, ponti, isole e birrerie di Praga ripartiamo cominciando un lento avvicinamento attraverso più città: la prima è Brno. Di primo acchito non sembra un gran che, palazzi e chiese non lasciano di sicuro a bocca aperta e uno strano miscuglio tra architettura antica e moderna, tra vecchi palazzi diroccati ed altri ben conservati lascia perplessi ma osservandola e conoscendola a fondo si assapora una città dal gusto forte.
Tre sono le tappe fondamentali: la cattedrale, la fortezza dello Spielberg e la cripta dei cappuccini (ben diversa da quella che si trova a Vienna).
La cattedrale, molto bella esteriormente, meno all'interno, è posta su una collinetta
e per pochi euro si può salire sulle torri dalle quali si gode di una discreta vista, peccato che non ci abbiano avvertito che le campane erano regolarmente funzionanti e le stesse allo scoccare dell'ora hanno incominciato un concerto sopra la mia testa (le vedevo vi dico solo questo) che mi ha fatto recitare un rosario di bestemmie direttamente su suolo sacro che mi varrà una scomunica a vita senza precedenti.
Lo Spielberg appollaiato sulla collina che domina la città è un monumento carico di Italianità, qui furono rinchiusi i carbonari Pellico, Maroncelli etc etc e nel giardino e sulle mura campeggiano lapidi in italiano ampiamente documentate dalle foto, le case matte, ovvero le prigioni (dove però dicono che non furono tenuti i prigionieri illustri), sono visitabili e a mi parere meritano una visita perché di particolare impatto.
La cripta dei cappuccini, posta sotto l'omonimo Monastero, è un posto agghiacciante dove vengono tenuti mummificati, diciamo così, naturalmente le salme di monaci e laici compreso un condottiero, tale Barone F. Trenck. Le salme sono esposte a vista. Per stomaci forti (non ci sono foto, non le potevo ma soprattutto volevo fare).

Brno


Lasciata Brno alle spalle ci accingiamo a lasciare la Rep. Ceca ed entrare in Slovacchia non senza pagare un pesante dazio alla frontiera. Difatti a metà viaggio ci accorgiamo che in Rep. Ceca si deve utilizzare, per usufruire delle Autostrade, un bollino simile a quello presente da anni in paesi come Svizzera e Austria, ma a metà viaggio con oramai km di autostrade alle spalle dico "ma chisenefrega, abbiamo fatto trenta.. facciamo trent'uno". Peccato che alla frontiere un solerte funzionario ci blocca e ci fa un manfrina dicendoci che dobbiamo pagare una multa spropositata, ci mostra fogli, gesticola e poi chiede 150 euro per accomodare la cosa, ne ha ricevuti 50 ed ancora adesso sono convinto che se ne sarebbe fatti bastare 20.

Dopo l'inculada de pollo alla frontiera, entriamo in Slovacchia (facendo subito il bollino, perché ci vuole anche lì). Qui il paesaggio non cambia di molto, da quando, infatti, siamo entrati in Rep. Ceca intorno alle autostrade il paesaggio e solo boschi, prati, qualche casa sparsa e mezza diroccata, ben diverso dai soliti panorami italiani, od europei in generale, solo qualche solinga insegna pubblicitaria ci ricorda che il capitalismo sta facendo il suo ingresso anche qui.
L'atmosfera un po' selvaggia provoca sia inquietudine che serenità.
Arriviamo a Bratislava, capitale slovacca, senza sussulti.
La città è carina ma non offre molte attrattive, la cucina è mediocre, la birra non eccelle, dimostra sicuramente un europeismo più marcato anche nei prezzi, anche se si rimane nel campo del poco costoso, insomma lascia un senso di incompleto, prima di lasciarla però andiamo a visitare il cimitero dei soldati russi con il monumento ai caduti e qui visitiamo, come per lo Spielberg di Brno, un posto carico di storia che mi ha impressionato. Abbarbicato sulla collina più alta della città la domina con una costruzione molto pesante, ma che non stona a quell'altezza, in cui sono disseminate le lapidi dei caduti, centinaia, tutte con scritte in cirillico (ovvio).
E' il posto migliore della città.

Bratislava


Trasferimento a Graz, ormai i km sono diventati molti e no riesco più ad uscire la sera, arrivato in albergo mi butto nel letto e mi alzo il giorno dopo. Così a Grazme la godo solo una giornata.
La cittadina austriaca è piccola ma densa di cultura tanto da esser stata scelta nel 2003 come Capitale della Cultura. Per quell'evento sono state realizzate molte opere moderne inserite nel tessuto cittadino a mio modo di vedere in modo molto calibrato, ne potrete vedere le foto. Nella cittadina dove ero già stato l'anno prima questa volta abbiamo deciso di visitare il Castello degli Eggemberg, che si raggiunge tranquillamente in tram (noi abbiamo sbagliato direzione e ci siamo pure visti dei quartieri residenziali del lato opposto della città). Il castello, perfettamente conservato, è una vera e propria opera d'arte tutta legata al simbolismo dei pianeti, dal numero delle finestre, pari ai giorni dell'anno, al numero degli archi pari alle settimane, dal numero delle stanze pari ai pianeti conosciuti sino alla stanza dove la volta è interamente affrescata con le allegorie degli stessi e dei segni zodiacali. Merita sicuramente una visita e c'è pure la guida (umana) in Italiano che noi, causa assenza di turisti del bel paese, ci siamo goduti in solitario lungo le stanze del castello.
Tornati nel centro ci siamo fermati nella birreria ai piedi della torre dell'orologio un posto veramente ottimo per bere una birra e mangiare, non è economico ma chi viene dal Nord Italia è abituato molto peggio. Poi la ripartenza per Maribor.

Graz


Sarà che quando l'abbiamo visitata ero oramai sfiancato dai Km del viaggio/pellegrinaggio, sarà che era Ferragosto e, come da noi, è giorno festivo e non c'è aperto un cazzo tranne le chiese, sarà che gli sloveni confinano e mi ricordano i croati, che sono uno dei pochi popoli che mal sopporto (anche se devo dire che gli sloveni sono molto ospitali), insomma Maribor non mi è piacuta gran chè, a parte un pittoresco lungo fiume e qualche piazzetta visivamente piacevole non offre nulla, molto meglio le montagne ed i paesaggi fuori dal centro cittadino ed è quindi consigliabile sceglierla come meta per farsi delle passeggiate o delle gite in bicicletta.

Maribor


Nel pomeriggio dello stesso giorno, visto che Maribor non ci sconquifferava ci siamo spostati a Lubiana.
Qui la musica cambia, la capitale, se pur piccola, presenta un centro storico vivace e piacevole ai piedi del castello perfettamente conservato. Dal Castello si gode una ottima vista sia dela città che delle montagne attorno. Peccato che: primo a livello gastronomico manchi completamente posti con cucina locale in centro, tanto è vero che mi è toccato mangiare al ristorante greco (per altro buono), secondariamente i prezzi sono allineati a quelli europei (tranne la benzina, costa pochissimo almeno 30 centesimi in meno al litro!!!) in terzo luogo il castello è stato violentemente commercializzato perdendo, probabilmente, molto del suo fascino.
Visto che dista solo un centinaio di Km da Trieste comunque ve la consiglio per una gita, magari se siete al mare da quelle parti e piove (come adesso).

Lubiana


Da Lubiana ripartiamo mettendo la macchina sulle tracce di Cremona, facendo prima una tappa volante a Trieste, poi a Lignano sabbia d'oro ed infine Cremona, località Bosco ex parmigiano, dove abbiamo chiuso un cerchio di oltre 2000 km di circonferenza.

lunedì 20 agosto 2007

Vecchie abitudini dure a morire


Vedo spesso passare sulle TV nazionali film, fiction, documentari, dibattiti, servizi sui crimini di guerra, soprattutto in merito a quelli perpetrati durante la seconda guerra mondiale.
Con tutto il rispetto per le migliaia di morti tra gli ebrei, senza dimenticare tutte quelle avvenute tra i soldati mandati al macello e i civili di tutte le etnie, penso che si sia arrivati all'ipocrisia pura o al completo rimbabimento.
Se infatti negare o minimizzare ciò che è successo in quegl'anni è stupido e strumentale, fossilizarsi solo su un certo argomento ponendosi sugl'occhi due pesantissime fette di salame, senza la minima intenzione di mangiarsele prima o poi, sfiora il paradosso.
Siamo attenti ad insegnare quanto morti sono passati per il camino di Auschwitz, dedichiamo delle giornate mondiali alla memoria ed ignoriamo o fingiamo di ignorare le guerre attualmente in corso, con le loro belle stragi, in Palestina, Iraq, Afghanistan, Kurdistan, Cecenia, Georgia, Algeria, Ciad, Darfur, Costa d’Avorio, Nigeria, Somalia, Uganda, Burundi, Congo (R.D.), Angola, Pakistan, Kashmir, India, Sri Lanka, Nepal, Birmania, Indonesia, Filippine, Colombia e Libia.
Condanniamo i crimini di guerra ed accettiamo l'utilizzo attuale di armi quali l'uranio impoverito, il fosforo bianco e chissà quante altre diavoleria di cui non siamo a conoscenza, che portano morte non solo tra coloro che sono attaccati ma anche tra coloro che attaccano (vedi sindrome del golfo, morti cancro in Italia, etc etc).
Di più, a volte, ho visto che denigrare una guerra significa essere additati come pacifisti, come se fosse un problema fisico, altre volte ho sentito gente difendere una guerra solo perché il suo partito politico la sosteneva e viceversa naturalmente, ho visto persone provare disgusto per le immagini di certi effetti delle guerre ma non per le guerre in sé (il pudore della violenza).
Poi i morti civili, o effetti collaterali, delle guerre hanno dignità diverse: eleviamo coloro che sono morti per una guerra sbagliata, disprezziamo e dimentichiamo coloro che muoiono per una guerra giusta, senza domandarci chi pone i principi del discrimine.
Evidentemente la Storia non è maestra di vita, è solo un racconto senza una morale e difatti noi dalla Storia non abbiamo appreso un cazzo e lo dimostriamo giorno per giorno.
La nostra ignoranza e superficialità è il peggior insulto a tutti coloro a cui dedichiamo la nostra memoria, e non diamo sempre la colpa ai potenti, ai governanti, ai soldi, la colpa è nostra che non capiamo un cazzo (mi si passi la ripetizione).
E' chiaro che non abbiamo memoria nel cervello, per lo meno nella parte pensante e attiva dello stesso.

sabato 18 agosto 2007

Condannato a morte in Italia


Ha 28 anni. E' napoletano. E' condannato a morte per aver scritto la verità.
La sentenza l'ha emessa la Camorra, qualcosa che a Napoli è forse qualcosa di più dello Stato, è un ordine precostuito che decide cosa è bene e cosa è male, cosa è giusto e cosa non è giusto, quale sentenza e quale modalità di esecuzione e non ammette gradi di giudizio o ricorsi ne clemenza.
Il condannato si chiama Roberto Saviano.
La pena capitale gli è valsa per aver scritto un libro: "Gomorra".

In questo libro racconta la Camorra, con nomi e cognomi e se ci si pensa bene la sua sola colpa è di aver scritto nero su bianco ciò che tutti sapevano tagliando l'ultimo filo d'erba che nascondeva segreti di pulcinella.
Già perchè lui non è un pentito, un infiltrato, un poliziotto, un politico, un magistrato è un ragazzo comune di nemmeno trent'anni che ha scritto nero su bianco ciò che tutti sanno ma che ne nessuno dice.
Lo sgarro più grande quindi non l'ho ha fatto alla camorra ma a chi dovrebbe garantire la legalità, la giustizia lo ha fatto ai conniventi, ridicolizzandoli.
Se ci pensiamo bene, senza leggere il suo libro, sappiamo bene di cosa parla, magari non sapremo i nomi precisi delle persone, dei luoghi, le date corrette, ma sappiamo bene di cosa ci racconta, ci narra di un cancro, fino ad oggi inestirpabile, sopravvissuto grazie alla violenza, che vive all'interno di un corpo logorandolo senza soluzione di continuità senza ucciderlo, il mito di Prometeo dei giorni nostri.

Roberto Saviano vive sotto scorta.
La sua famiglia è continuamente controllata e per questo Roberto Saviano maledice il giorno in cui ha scritto il libro.

Roberto Saviano si dice che sia un morto che cammina, nella democratica Italia dove la condanna a morte è stata abolita, ma solo per finta.

giovedì 2 agosto 2007

Telecom


Telecom ha chiuso i rubinetti a Elitel, Intratec/Vira e Telvia.

Telecom ha i prezzi più alti d'europa.

Telecom è l'unico operatore nazionale che funziona.

Telecom addebita i costi di spedizione della fattura.

Telecom ha comprato Tim.

Telecom l'hanno comprata gli spagnoli.

Telecom non ha più uffici aperti al pubblico.

Telecom ha la rete più vecchia d'Europa.

Telecom ha un presidente che si chiama Pasquale Pistorio.

Telecom ha una storia che trovate qui

Telecom ha adottato il metodo stakeholder.

Telecom è presente in Germania, Francia, Olanda, Cuba, Brasile, Bolivia, Argentina.

Telecom se chiami il 187 cade sempre la linea.

Telecom era di Tronchetti Provera, il re mida al contrario.

Telecom ha l'ADSL a 20 Mega.

Telecom uccide il mercato italiano.

Telecom ha i prezzi bassi per i cellulari.

Telecom spiava tutti.

Telecom sponsorizza Ferrari e Ducati.

Telecom non porta l'ADSL nei paesi di dieci abitanti.

Comunque la vogliate pensare su Telecom ricordatevi che: