lunedì 20 agosto 2007

Vecchie abitudini dure a morire


Vedo spesso passare sulle TV nazionali film, fiction, documentari, dibattiti, servizi sui crimini di guerra, soprattutto in merito a quelli perpetrati durante la seconda guerra mondiale.
Con tutto il rispetto per le migliaia di morti tra gli ebrei, senza dimenticare tutte quelle avvenute tra i soldati mandati al macello e i civili di tutte le etnie, penso che si sia arrivati all'ipocrisia pura o al completo rimbabimento.
Se infatti negare o minimizzare ciò che è successo in quegl'anni è stupido e strumentale, fossilizarsi solo su un certo argomento ponendosi sugl'occhi due pesantissime fette di salame, senza la minima intenzione di mangiarsele prima o poi, sfiora il paradosso.
Siamo attenti ad insegnare quanto morti sono passati per il camino di Auschwitz, dedichiamo delle giornate mondiali alla memoria ed ignoriamo o fingiamo di ignorare le guerre attualmente in corso, con le loro belle stragi, in Palestina, Iraq, Afghanistan, Kurdistan, Cecenia, Georgia, Algeria, Ciad, Darfur, Costa d’Avorio, Nigeria, Somalia, Uganda, Burundi, Congo (R.D.), Angola, Pakistan, Kashmir, India, Sri Lanka, Nepal, Birmania, Indonesia, Filippine, Colombia e Libia.
Condanniamo i crimini di guerra ed accettiamo l'utilizzo attuale di armi quali l'uranio impoverito, il fosforo bianco e chissà quante altre diavoleria di cui non siamo a conoscenza, che portano morte non solo tra coloro che sono attaccati ma anche tra coloro che attaccano (vedi sindrome del golfo, morti cancro in Italia, etc etc).
Di più, a volte, ho visto che denigrare una guerra significa essere additati come pacifisti, come se fosse un problema fisico, altre volte ho sentito gente difendere una guerra solo perché il suo partito politico la sosteneva e viceversa naturalmente, ho visto persone provare disgusto per le immagini di certi effetti delle guerre ma non per le guerre in sé (il pudore della violenza).
Poi i morti civili, o effetti collaterali, delle guerre hanno dignità diverse: eleviamo coloro che sono morti per una guerra sbagliata, disprezziamo e dimentichiamo coloro che muoiono per una guerra giusta, senza domandarci chi pone i principi del discrimine.
Evidentemente la Storia non è maestra di vita, è solo un racconto senza una morale e difatti noi dalla Storia non abbiamo appreso un cazzo e lo dimostriamo giorno per giorno.
La nostra ignoranza e superficialità è il peggior insulto a tutti coloro a cui dedichiamo la nostra memoria, e non diamo sempre la colpa ai potenti, ai governanti, ai soldi, la colpa è nostra che non capiamo un cazzo (mi si passi la ripetizione).
E' chiaro che non abbiamo memoria nel cervello, per lo meno nella parte pensante e attiva dello stesso.

Nessun commento: