Facciamo veremente fatica a capirlo, e nemmeno nessuno ce lo spiega in maniera semplice, ma la nostra crisi economica (o della quarta settimana o del precariato) attuale non deriva dalla Cina o dall'India o da chissa chi o perlomeno questi, diciamo così, fenomeni esteri, e non, aiutano il fenomeno che però è dettata, in primo luogo, da tutt'altro fattore: l'automazione dei servizi.
Il mondo ha ormai abbandonato l'era industriale, e di questo se n'è accorto anche Bertinotti ultimamente, e siamo oramai entrati di prepotenza nell'era dei servizi i quali hanno sempre più la tendenza ad essere erogati al pubblico tramite il computer diventando progressivamente piu' economici, anzi spesso gratuiti. Ci aiuta ha capire il concetto l'esempio delle banche, che e' emblematico. Quando vennero inventati, gli sportelli automatici "Bancomat" erano un lusso. Molte banche facevano pagare un addebito al cliente che, per non stare in coda dentro la banca, sceglieva di utilizzare la tessera magnetica.
Ma in America, nel 1994, la Bank of America fa partire la controtendenza offre ai suoi clienti uno sconto se promettono di non entrare mai nella banca e di servirsi unicamente di ATM ("Automatic Teller Machines", il "Bancomat" italiano). La Citibank a seguire si mette ad offrire quasi tutti i servizi di conto corrente, investimento, valuta e trasferimenti di fondi per telefono e la First Chicago diventa la prima a invertire addirittura i termini: utilizzare l'ATM e' gratuito, mentre ogni operazione dentro la banca comporta un addebito di tre dollari. Nella primavera del 1995 la Wells Fargo stacca il primato di prima banca a consentire ai propri clienti di controllare i propri conti correnti sull'Internet. Le banche risparmiano poiche' possono eliminare personale: e' nel loro interesse che i clienti usino l'ATM. La tendenza e' adesso, anche in Italia che ha iniziato primo con Fineco e poi Banca Mediolanum a ruota, quella di fare in modo che i clienti non si muovano piu' di casa. In tal modo le banche risparmieranno anche i costi di manutenzione dei Bancomat.
Qualcosa di analogo sta succedendo nel mondo delle riviste, in America ma presto diventerà una realtà anche da noi. Grazie ai metodi informatici infatti stampare una rivista non e' piu' cosi' costoso mentre ciò che rimane oneroso è la distribuzione che rimane però un settore fondamentale per riuscire a vendere molte copie. Gli editori però fanno un altro ragionamento ovvero: il profitto non deriva tanto dalle copie vendute quanto dalla pubblicita', il fatturato della pubblicita', a sua volta, e' in funzione delle copie. Soluzione: regalare la rivista. La rivista viene spedita per corrispondenza soltanto agli abbonati, che avranno compilato (on line) un form eliminando cosi' i costi di distribuzione (esempio simile embrionale italiano: a Milano, Roma ed altre grandi città da anni già distribuiscono giorneltti gratuiti alla stazione). Siccome la rivista e' gratuita il numero dei lettori aumenta, aumentando il numero dei lettori aumenta di conseguenza il fatturato della pubblicità. I costi diminuiscono e il fatturato aumenta, musica per le orecchie degli editori. Si tratta, come nel caso delle banche di instradare il cliente a scegliere servizi o prodotti in cui le persone (che in quest'ultimo caso fanno la distribuzione) NON METTONO MANO IN QUANTO COSTO.
Morale: meno posti di lavoro, più soldi nelle tasche di poche persone.
Questa tendenza è chiara in tutti i settori, dalla piccola media e grande impresa fino, perchè no, alla pubblica amministrazione. Senza contare i piccolissimi imprenditori (vedi giornalai, etc) costretti a chiudere.
Risultato crisi del ceto piccolo/medio borghese, o meglio, di chi non si sa barcamenare in questo nuovo sistema, e nuovi poveri in continuo aumento con la fissa che il problema è la Cina. Ma va là.
mercoledì 7 maggio 2008
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