Sono nato il sei ottobre di trentatré anni fa. Sono nato come nascono tutti, umido e urlante. Ho dato subito qualche grattacapo a Mamma e medici quando nel bel mezzo della notte ho deciso di venire al mondo tentando, per curiosità o timore, di uscire allo scoperto con la faccia ed ottenendo ovviamente un pessimo risultato. Così ho obbligato Mamma e medici ad eseguire un cesareo alla volé, in notturna.
Sono passati trentatré anni da quel giorno in cui mi presentai con un pessimo biglietto da visita e si dice che intorno alla mia età sia tempo di bilanci. Ma io di bilanci non ne riesco a fare. Sarà perché ritengo veramente noioso farli, trattare se stessi come se si fosse una S.p.A. o una S.r.l., valutare i più ed i meno e assegnarsi un rating finale per poi piangerci sopra se lo si scopre misero. Sarà perché si pensa sempre al passato (ed eventualmente si spera nel futuro) dimenticandoci di vivere nel presente, quel presente che è l'unica via che ci è concessa. Sarà forse che sono ancora un po' immaturo, condizione che, immagino e spero, ci si possa portare nella tomba senza troppe difficoltà. Sarà quel che sarà, come cantava Josè Feliciano, ma non ci riesco e, detto fra noi, non ci provo nemmeno. Ma ho scoperto che la mia manchevolezza è presto coperta da altri che si piccano di fare il bilancio della mia vita al posto mio. Altri a cui non basta il proprio, vogliono conoscere quello degl'altri, confrontarsi, giocare a chi ce l'ha più lungo. Che persone irritanti (ed inutili per altro). Dove lavori, cosa fai, che voto ai preso alla maturità, ed alla laurea se ce l'hai (io no ad esempio), che macchina guidi, la marca dei vestiti, il conto in banca, etc etc etc, mischiano tutto et voilà, il giudizio è espresso e ben confezionato, pronto per essere sparagliato ai quattro venti tramite molti polmoni che sprecano troppa aria. Tutto frutto di questa società con la fissa per la meritocrazia e le gare manco si fosse all'Olimpiade ogni giorno.
Ecco così che il giorno del mio compleanno diventa un giorno funesto in cui la paranoia di essere attorniato da persone che mi scrutano tentando di capire se ho avuto successo o sono fallito, se sono maturato o meno, se ho messo la testa a posto oppure no, si fa inquietante.
In ogni caso io non so rispondere a certe domande, magari se quel giorno in cui ho deciso di nascere l'avessi fatto convenzionalmente magari saprei dare delle risposte migliori, ma non l'ho fatto e questo è quanto.
Auguri a me e fanculo al bilancio.
martedì 5 ottobre 2010
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