
E così è finita la storia del galeone italiano, che aveva veleggiato un paio d'anni in mare aperto caricandosi di contenuti e portandoli a tutti senza alcuna distinzione di razza, ceto sociale, sesso, religione. Colpito ed affondato dal braccio armato di un sistema medievale che detiene, tramite il denaro, le redini del potere, dell'informazione, della legge e della giustizia.
Ma noi che guardiamo il galeone affondare sappiamo che in realtà lui è una fenice, che rinascerà dalle sue ceneri (o dai suoi resti in fondo al mare), e tornerà sotto altra forma in altri tempi ed in altri luoghi rendendo inutile le azioni del potere medievale. Esso infatti non sa che i suoi sforzi sono vani, servono solo per rimandare la fine del sistema da lui stesso creato, che finirà per implodere su se stesso in quanto inutile al mondo ed a se stesso.
Il galeone rivivrà, ricominciando dalla propria fine, proprio come la fenice, magari avrà altre forme, sarà guidato da altri capitani ma lo spirito sarà lo stesso, lo spirito della condivisione della conoscenza e della cultura. Uno spirito che non capiscono i biechi, gli stupidi, i rozzi, uno spirito che non vogliono i potenti, gl'avidi, gli inetti.
Ma il mondo cambia e le ere passano e ben sappiamo che chi un tempo impedì, per sua convenienza e convinzione, a Galileo di divulgare la sua teoria sul mondo tondo e non piatto col tempo s'è dovuto rimangiare la parola.
