venerdì 14 settembre 2007
V-day e adesso?
L'8 Settembre è stata una vittoria, in termini di numeri, entusiasmo e partecipazione per tutti coloro che sono stanchi di vedere l'italia in balia di faccendieri, finanzieri, corrotti, mafiosi e mariuoli vari. Per tutti coloro che sono stanchi di parole rimangiate, promesse disattese, compromessi per interessi trasversali.
Ma la sbornia di qualche giorno fa, la presa di coscienza che forse qualcosa si può fare, che non siamo in balia dei poteri forti, che il popolo italiano ha ancora qualche chances per emergere dalla melma, anzi diciamo proprio dalla merda, nel quale si è lasciato calare, rende questo momento, questi giorni i più delicati.
I politici, la maschera del potere, sono tutti impegnati in una civile e sana delegittimazione dell'idea di 300000 persone, ognuno con il suo bel ruolo: chi attacca di petto il movimento, chi lo schernisce, chi lo osserva interessato ma non lo condivide, chi dice paro paro di lasciar perdere perchè la politica (e con questo intendono lo stato italiano) è dei politici. In questo coacervo di bei commenti spicca l'opinione di D'Alema che dice: "I 300 mila di sabato scorso pongono un problema, non danno risposte". Il caro baffino pensa dunque che una proposta di legge divisa in tre punti molto chiari sia porre un problema e non arriva a pensare che, in realtà, il problema è lui ed i suoi amici ed i 300000 (senza contare quelli che non hanno potuto firmare per vari motivi) propongo una legge per risolverlo. Non arriva a pensare o in realtà finge di non pensare, perché anche lui ha un suo ruolo che gli permette di farsi mantenere la barca.
Gli italiani tutti, giovani e vecchi, ma soprattutto i giovani, devono, come si suol dire, prendere la palla al balzo e non devono assolutamente adagiarsi perché, come dicevo, questo è un momento delicato e ne abbiamo già passato uno simile non molti anni fa quando cadde la famosa Prima Repubblica. In quel momento avevamo la possibilità di risorgere ma la gettammo alle ortiche pensando, forse, che i magistrati potessero risolvere i nostri problemi e ci limitammo a fare il tifo per loro così le redini del paese furono pigliate da coloro contro cui si è manifestato nel V-day, in pratica gliele lasciammo noi.
Abbiamo in questo momento però uno strumento in più: internet.
Nessuno avrebbe mai pensato, tanto meno i nostri politici, che la rivoluzione internettiana avrebbe portato a tanto, avrebbe permesso la presa di coscienza e la consapevolezza dei propri mezzi.
Ora, rispetto al momento in cui cadde la Prima Repubblica (o forse è meglio dire quando si cambiata d'abito) siamo più forti ma lo dobbiamo dimostrare adesso pena tornare da dove siamo venuti (devo forse dirvi da dove?).
E adesso quindi?
E adesso prendiamo tutti la palla al balzo, nessuno stia a guardare.
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