mercoledì 23 settembre 2009

Patti Smith

Il viso lungo, le braccia in continuo movimento, il copro nervoso come la musica che esce dalle casse. Patti Smith non canta convive con il suono della batteria, del basso, delle chitarre, dell’organo hammond. È in completa empatia con essi. Che carica per una ragazza di sessant’anni in viaggio sino a Cremona dal ’68, quello utopico e sciamanico che esiste solo nei nostri sogni romantici.
Patti Smith è tutto ciò che ti aspetti da un concerto rock vecchia maniera: pochi strumenti, riff ripetuti miliardi di volte, canti strascicati al limite della psichedelia. Patti Smith, che da necessariamente il meglio di se dal vivo e a contatto con la gente, qualsiasi essa sia anche quella modesta e borghese dei concerti estivi cremonesi, ti fa ritrovare la via maestra dopo che le tue orecchie hanno subito l’abuso di migliaia di ore di musica inutile in televisione, alla radio, nei locali, nei supermercati, per strada. E tu non puoi che accoglierla se non come un vecchio amico che non vedevi da tempo e con lui scambi qualche chiacchiera sul tempo che fu ripartendo dallo stesso punto in cui vi eravate lasciati tempo prima. Il sale della vita.

Cremona 11/09/09
Concerto Patty Smith

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