mercoledì 30 aprile 2008

Renato Schifani "Il corleonese"

Avvocato cassazionista, già iscritto alla Democrazia Cristiana, ha aderito a Forza Italia ed è stato eletto in Sicilia al Senato della Repubblica sin dalle 1996 nel collegio palermitano di Altofonte-Corleone, in rappresentanza della coalizione di Centro Destra. Nella sua prima legislatura è stato membro della commissione Affari costituzionali.

È stato anche consigliere comunale a Palermo per FI.

Rieletto nelle elezioni successive, nel 2001, nel corso della XIV Legislatura il futuro Presidente del Senato, si è reso protagonista della battaglia parlamentare per la stabilizzazione dell'art. 41 bis, che ha trasformato in misura definitiva il cosiddetto carcere duro, previsto espressamente per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, istituto fino a quel momento di natura meramente provvisoria.

Porta il suo nome e quello del senatore Antonio Maccanico (l'Ulivo), il «lodo Maccanico-Schifani», una legge approvata nel 2003, che sospendeva i processi in corso contro le «cinque alte cariche dello Stato», legge poi dichiarata inconstituzionale dalla Consulta il 13 gennaio 2004. Ricordiamo che fu sua anche la legge sul legittimo sospetto, via di fuga per Berlusconi e Previti nel processo per corruzione, e che una volta approvata lo stesso ha sottolineato con il consueto senso delle istituzioni la sua vittoria sull'Ulivo: «Li abbiamo fregati!», e come giustificazione a questa frase ha rincarato, su un settimanale che gli ha dedicato un editoriale lodando «lo stile Schifani»: «È la mia chiarezza che dà fastidio alla sinistra».

Successivamente nella XV Legislatura viene rieletto Senatore della Repubblica per la terza volta, nella lista di Forza Italia, nel 2006 nella circoscrizione Sicilia - è stato anche membro della Commissione Territorio e Ambiente.

Ma soprattutto è divenuto protagonista dei dibattiti parlamentari del Senato, in qualità di capogruppo di Forza Italia nelle XIV Legislatura e XV Legislatura dal 2001 al 2008. Famosa la sua dichiarazione, resa al "Giornale di Sicilia", dove afferma che anche lo statista piemontese Cavour era «in potenziale macroscopico conflitto di interessi perché aveva il giornale "Il Risorgimento", partecipazioni bancarie, grandi proprietà terriere e un'intensa attività affaristica», Proprio come Berlusconi, insomma, eppure nessuno gli disse nulla, peccato che, come scrive Rosario Romeo a pagina 451 della sua biografia, Cavour appena diventò ministro «decise in primo luogo di liquidare gli affari nei quali era stato attivo fino ad allora». Ma per amor del capo è disposto a sfidare anche il ridicolo. Come quando si fa riprendere in tv accanto al santino del leader neanche fosse Padre Pio.

Assenze in Senato nella XV legislatura: 321 su 1447 (22,2%).

Alle elezioni politiche del 2008 è stato eletto per la quarta volta, sempre in Sicilia, per il Popolo della Libertà.

Nel corso della prima seduta della XVI Legislatura, il 29 aprile 2008 è stato eletto Presidente del Senato della Repubblica al primo scrutinio, riportando 178 voti, (162 richiesti dal quorum), 4 in più della coalizione formata da PdL, Lega Nord e MpA.

Renato Schifani è stato nel 1979 tra i fondatori della società Sicula Brokers in cui ricopri anche il ruolo di amministratore. Tra i soci figuravano l'ex ministro degli Affari regionali Enrico La Loggia, Benny D'Agostino, Giuseppe Lombardo e Nino Mandalà.Benny D'agostino è un imprenditore successivamente condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.Mandalà è stato poi imputato di mafia e oggi è in attesa di giudizio.

fonti: wikipedia.it; il blog di Francesco Rigatelli

ps: leggere qui

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