giovedì 29 marzo 2007

3.636

3.636 sono i nominativi degli utenti italiani che la Telecom ha fornito alla società discografica di Hannover, Peppermint Jam Records Gmbh, a seguito dell'indagine della società svizzera Logistep sui naviganti che hanno utilizzato piattaforme come e-mule e bit torrent per scaricare brani coperti dal diritto d'autore detenuto dall società tedesca.
Telecom non ha fatto la spia come di suo solito, c'è una sentenza del tribunale di Roma che obbliga il nostro operatore monopolista a fornire questi dati.
Questi 3.636 comunque possono stare "tranquilli" Logistep-Peppermint, confida il legale a Punto Informatico, non è intenzionata ad aggredire questi utenti, piuttosto intende sfruttare quanto accaduto per inviare un messaggio alla comunità dello sharing e del peer-to-peer, che i discografici vorrebbero sensibilizzare ad un uso più consapevole degli strumenti di condivisione salvo però poi specificare che le persone riceveranno una diffida e una richiesta di cancellazione dei file, inoltre dovranno promettere (con una scrittura privata, ndr.) che non metteranno più a disposizione opere protette da diritto d'autore ed infine ma proprio alla fine ammettere che verrà anche loro chiesto di versare quella che il legale definisce "modesta somma", un quantum nell'ordine delle centinaia di euro, denari che saranno utilizzati per compensare il lavoro tecnico e quello legale dietro l'iniziativa di Peppermint (fonte punto informatico).

Attenzione quindi, anche alla luce della probabile approvazione in sede europea del IPRED2, il file sharing non sarà mai impossibile da effettuare ma non c'è bisogno che la finanza venga a ravanarci nel pc o nei cassetti per sapere che abbiamo scaricato l'ultimo album del nostro artista preferito, basterà fare un paio di clic al finanzino o al tecnico/investigatore privato di turno per metterci nei guai oppure come dicono loro per sensibilizzarci ad un uso più consapevole del file sharing, salvo poi diffidarci, salvo poi chiederci i soldi.
Posto che, in linea di massima, anche se ciò non mi rende felicissimo, è giusto che, se uno non vuole che venga utilizzata gratuitamente la sua opera, si adoperi per difenderla, ma se questo significa che alcune società private o alcune persone possano spiare tranquillamente la navigazione di altri chi mi assicura che le stesse utilizzino le informazioni solo allo scopo delle indagini? Chi mi assicura che non vengano utilizzati i dati della mia navigazione privata per indagini di mercato? Chi mi assicura che non finiranno per spiare chiunque come hanno fatto con i telefoni ? Chi mi assicura che i miei dati sensibili saranno protetti?

Per il momento non lo assicura nessuno e ciò mi preoccupa.

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