La nostra bella Italia non si smentisce mai. Quando penso al mio paese lo faccio sempre con un misto di orgoglio e rabbia, certe volte vorrei andarmene per sempre, lasciarmi alle spalle tutto il male che attraversa lo stivale ma ho paura che, dopo poco, ne avrei una nostalgia mortale (dello stivale non del male). In fondo tutto ciò che mi sconforta è questo continuo senso di precarietà. Perchè "poche regole ma ferme" detto in Italia pare una bestemmia sul sagrato di San Pietro. Non abbiamo punti di riferimento e tutto ciò che è potrebbe non essere più e viceversa. Tutto è provvisorio e lo era perfino il nostro inno, divenuto ufficiale solo il 17 Novembre di quattro anni fa. Il "Canto degli Italiani" meglio noto come l'Inno di Mameli o Fratelli d'Italia (che è un pò come chiamare "Respiri piano per non far rumore" "Albachiara" di Vasco Rossi) fu scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro nel 1847. E' un inno risorgimentale creato quando l'Italia era ancora divisa e vessata dall'impero austroungarico; può suonare retorico, bellicoso in alcune sue parti, poco adatto alla nuova condizione di Italia unita, che poi era il fine ultimo dello stesso, ma fu adottato il 12 Ottobre 1946 come inno del novello Stato Italiano ma provvisorio tant'è che nessun articolo della costituzione ne ha mai parlato, ed è rimasto tale sino al 2005.
Per più di cinquant'anni ci siamo presentati in giro per il mondo alle cerimonie, alle parate, alle partite delle nazionali, alle cermonie di consegna meglie olimpiche e non, con il nostro bell'inno, perchè chi lo definisce una fiacca marcetta è un idiota, che però non era mai stato ne ufficilizzato tanto meno legittimato. Si pensi che dal 1970 ogni esecuzione dell'inno nazionale dovrebbe essere accompagnata da quella dell'inno europeo, l'Inno alla gioia della Nona sinfonia di Beethoven, in carica ed ufficiale da anni, a differenza del nostro.
Forse questa fatto dice molto, molto più di quanto possiamo pensare, di come siamo noi Italiani, di come abbiamo fatto l'Italia e di come, forse, saremo. Belli ed incompleti, destinati a farci freagare sempre dal primo piazzista che passa per strada perchè incapaci di avere punti di riferimento anche solo minimi e di mera rappresentanza. Ed il "Canto degli Italiani", ora che è ufficiale da qualche anno, pare più un canto del cigno degli italiani e le sue parole così cariche di intenzioni, di carattere, di appartenenza suonano goffe e grottesche, buone giusto per uno spot.
Tomba di Goffredo Mameli presso Cimitero Comunale Monumentale Campo Verano - Roma
Fonti: wikipedia.it; www.quirinale.it
martedì 17 novembre 2009
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