lunedì 1 settembre 2008

Sesto San Giovanni

Il primo giugno duemilaotto è stato, per me, uno dei giorni più brutti degli ultimi 10 anni.

Dopo una lunga e densa stagione la Cremo era ad un passo dal ritorno in serie B, la Cremonese per dio, la squadra che seguo da quando ho tre anni e frequentavo l'asilo, la prima volta allo Zini, la casa della mia squadra, mi ci portò (storia trita e ritrita per chi mi conosce) Sauro Frutti punta storica dei primi anni 80, ero supersocio del suo figliolo.
Insomma solo novanta fottutissimi minuti ci separavano dal sogno del rientro nella cadetteria pronti a risfidare Piacenza, Brescia, Mantova e Parma. Novanta minuti che sono diventati l'inferno, con il mio, nostro, sogno infranto, calpestato, frantumato, deriso senza appello.

Uno pensa di tutto in quei momenti e vorrebbe, invece, avere la capacità di non pensare a nulla. Semplicemente non ce la fa e si ritrova sul divano col televisore in mano nella speranza che in tv passino qualcosa di assolutemente imbecille con due tette mezze nude ed invece mi ritrovavo ancora il calcio con quei cazzo di europei smadonnando a tutto spiano.

Sono passati giorni e giorni con in testa un pensiero fisso: abbiamo perso la partita decisva. Mi addormentavo e ritornava in sogno. Mi svegliavo e la prima cosa che pensavo era ancora quella. Sembra un tunnel senza uscita.

Sono passati un paio di mesi e Sabato trenta agosto duemilaotto è ricominciato il campionato in quel di Sesto San Giovanni. In questi due mesi il dolore si è affievolito fino a spegnersi lentamente al fischio di inizio della partita al nuovo campionato.

Si ricomincia e chissenefrega dove siamo e con chi giochiamo, si ritorna allo Zini, si ritorna sulla strada, si ritorna a gioire, incazzarsi, esaltarsi, disperarsi, cantare, urlare di rabbia o di felicità in una parola EMOZIONARSI.

PS: ProSesto - Cremonese 2 a 0, perchè perdere fa parte del gioco ma vincere è molto meglio, niente foto causa assenza telefonofotografico.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Pro Sesto - Cremonese 0 a 2, perché vincere è molto meglio