sabato 17 febbraio 2007

Creative Commons



Nei miei link potete notare che ho inserito sin da subito siti come Wikipedia, Open Office, Open DNS, ora ho aggiunto Creative Commons e più avanti ne metterò altri sponsorizzando gratuitamente tutti coloro che credono e professano la filosofia dell'apertura creativa e della condivisione di idee.

Fino ad oggi infatti siamo rimasti ostaggio del lucro obbligatorio, dell'egoismo ignorante, senza saper vedere più in là del nostro naso, persi nella continua ricerca del profitto e nella difesa della proprietà ci siamo insabbiati, abbiamo rallentato lo sviluppo e la creatività.
Internet ci sta salvando, proponendo modelli alternativi ed un modo di pensare diverso.
Per chiarire subito le cose, non sto esaltando le "qualità" del file sharing ovvero la possibilità di scaricare e condividere qualunque tipo di materiale (musicale, visivo etc) magari coperto dal buon vecchio diritto d'autore tanto meno il comunismo o la distruzione della proprietà, bensì sto perorando la "filosofia free" che nacque quando tale Richard Stallman (vedi foto...sembra lo yeti), nel 1985 a seguito dell'introduzione del software proprietario (perché è bene saperlo, il software nasce libero) non potendo più accedere al sorgente del nuovo driver di una stampante Xerox per implementarvi una funzionalità gradita in passato, s'incazzo talmente poco, così narra la leggenda, che si licenziò per poi fondare la la Free Software Foundation (FSF) una organizzazione senza fini di lucro per lo sviluppo e la distribuzione di software libero.
Dal software la filosofia free (o open source) si è allargata ed ha contagiato i diversi ambienti della creatività e dell'ingegno ed ora la diffusione volontaria da parte degli autori di contenuti gratuiti e liberi, con la possibilità di implementarli e aggiornali, è una realtà viva e prolifica, alla faccia delle mummie e dei dinosauri che cercano ancora di imbrigliarci.
Ecco quindi che sono nati progetti, per esperti informatici ma di cui possiamo godere tutti, come Linus e Open Office o progetti, a cui può partecipare chiunque , come Wikipedia (ora esiste anche una versione dedicata alla poesia) e vengono promossi diritti d'autore aperti, a cui è sottoposto anche questo blog, e di cui vi propongo una breve descrizione tratta dal sito Creative Commons Italia: "Le Creative Commons Public Licenses (CCPL) sono delle licenze di diritto d'autore che si basano sul principio de "alcuni diritti riservati".


Le CCPL, infatti, rendono semplice, per il titolare dei diritti d'autore, segnalare in maniera chiara che la riproduzione, diffusione e circolazione della propria opera è esplicitamente permessa.

Il funzionamento delle CCPL è reso possibile dal fatto che la legge italiana sul diritto d'autore - così come, in generale, le corrispondenti normative nazionali e internazionali - riconosce al creatore di un'opera dell'ingegno una serie di diritti; allo stesso tempo, la legge permette al titolare di tali diritti di disporne."

Il concetto è: se io ed un mio amico abbiamo una moneta e le uniamo avremo due monete, se invece io ed un mio amico abbiamo due idee e le uniamo non avremo due idee, m'un idea più grande. Il comunismo ha fallito perchè non è la comunione dei beni che fa grande una comunità o, per esteso, una società ma l'unione delle idee senza vincolo alcuno.

Utilizziamo quindi software liberi e le risorse libere (come Wikipedia), foss'anche per il solo fatto che sono gratis, aiutiamo la loro diffusione, e se abbiamo qualche conoscenza o capacità mettiamola a disposizione di tutti, milioni di persone l'hanno già fatto, senza aspettarsi niente dagl'altri.

Lunga vita ai diritti liberi.

Nessun commento: