mercoledì 14 febbraio 2007

Rock Bottom


Inauguro la sezione "Musica per chi ha orecchie" descrivendo un album tanto bello ed importante per la musica Rock quanto sconosciuto ai più: Rock Bottom di Robert Wyatt.

Questo album, frutto dell'ingegno del piccolo grande musicitsta di Canterbury non è solo una pietra migliare nella storia della musica, una perla di rara bellezza, ma anche uno degl'album più influenti di tutti i tempi, con uno stuolo di partecipazioni eccelenti quali Hopper e Richard Sinclair al basso, Gary Windo al clarinetto, Mongezi Feza alla tromba, Mike Oldfield alla chitarra, Fred Frith alla viola, Ivor Cutler alla concertina e Nick Mason (Pink Floid) produttore.

Una curiosità Robert Wyatt, nell'inverno del 1972, cade da una finestra dal quartopiano di un palazzo finendo sulla sedia a rotelle, un anno dopo comincerà a comporre la musica di cui stiamo parlando che vedrà la luce, discograficamente, nel 1974. Alcuni critici affermano che l'opera, senza questo dramma, non avrebbe avuto la stessa potenza lirica.

L'album si presta all'immaginazione come una discesa negli abissi marini, si inizia con una suite lenta, Sea song, dal finale psichedelico (a me tanto caro) che ci porta sul fondo del mare disegnato con le note da Wyatt, un mare di cui non si ha paura ma che ci culla con la sua suadente malinconia.
Si passa poi a A Last straw che inizia jazz ma poi scende sui canoni della canzone rock progressive che fece fare tanta strada ai Genesis, bellissimo il pezzo con Wyatt che canta strozzando la voce sulla bocca, alla maniera degli indiani d'america, riuscendo a rendere un'armonia... senza parole.
Squillo di trombe psichedelico per Little Red Riding Hood Hit the Road che sprofonda in un lirismo allucinato che non perde il filo conduttore dell'album.
Continuiamo la discesa verso il fondo dell'oceano Wyattiano quando la chiatarra in primo piano di Alifib ed in sottofondo un respiro, vi giuro un respiro (ascoltatelo), che fa da basso con un tappeto di tastiere in lontananza, ci fa posare morbidamente sul fondo.
Cambia l'atmosfera e si passa all'angoscia di Alfie con fiati nevrastenici che impazzano su un pianoforte marziale.
Alla fine ritroviamo il reprise diLittle Red Robin Hood Hit the Road con finale, da lacrime, di Wyatt che recita su archi una nenia.

Mentre sta finendo il disco rimango sempre in bilico se riturfarmi negli abissi riascoltando tutto dall'inizio o spegnere tutto e riemergere in superfice non senza un velo di malinconia.

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